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Finanza e individuo
Occorre pensare a riaffermare e rilanciare i diritti dell’individuo e della collettività.
Giuseppe Santino |
Dall’inizio dell’aggravarsi della crisi economica, anno 2007, si sono registrati 1,2 milioni di disoccupati in più con un tasso in percentuale del 4,6 ed il dato sulla disoccupazione giovanile, specie al sud, è oltremodo allarmante con un numero a due cifre che tocca il 45%.
In questo quadro di per sé drammatico sembra non spuntare il sole della ripresa, mentre si assiste ad un ping-pong di cifre tra l’Istat ed il ministro dell’economia Sarcomanni.
Avanza la carica degli analfabeti
La politica e la cultura non sono più manifestazioni di una società che pensa se stessa e progetta il futuro.
Giuseppe Santino |
“Cultura come risorsa” è il tema di un convegno organizzato dalla CGIL ma non ieri o in un giorno prossimo venturo, bensì nel lontano marzo 1988.
È dell’8 ottobre 2013 la notizia che siamo gli ultimi tra i paesi sviluppati per competenze alfabetiche e penultimi per quelle matematiche.
Il divario tra il nostro Paese e gli altri, Estonia e Cipro compresi, è notevole tanto da far pensare ad un marcato analfabetismo soprattutto nella fascia d’età tra i 16 e i 25 anni; nuovi giovani e nuovi analfabeti, in barba ad ogni teoria sull’apprendimento lungo il corso della vita.
Grillo scende, a quando il prossimo highlander?
Nelle crisi con connotati di rivolta globale nascono gruppi sotto la guida di un capo carismatico.
Giuseppe Santino |
Scrive Giovenale, il grande satirico latino: “due cose il popolo desidera panem et circenses". Così avveniva nella Roma repubblicana come in quella imperiale; chi aspirava a cariche pubbliche o intendeva consolidare il proprio potere con il consenso popolare elargiva frumento ed organizzava giochi circensi con grande spargimento di sangue umano ed animale.
Per la captatio benevolentiae si faceva leva sul bisogno primario del cibo e sulla naturale predisposizione dell’uomo alla violenza. E sulla base del principio di rispondere alle istintive necessità e alle manifestazioni di ribellione globale si sono affacciate, nel corso della storia dell’umanità, forme simili che vanno sotto il nome di populismo.
Fenomeni che fanno la loro apparizione in momenti particolari della vita pubblica, la conquista del consenso in occasione delle elezioni o la gestione dell’opposizione totale al sistema, incapace di garantire la coesione sociale per far fronte ai bisogni del popolo. Soprattutto nei momenti in cui si rompe il rapporto fiduciario tra governanti e governati e il popolo non si sente più rappresentato o garantito.
Il fallimento dell’io porta alla violenza
La classe politica, tutta, sembra che stia guardando da un’altra parte.
Giuseppe Santino |
Il fallimento dell’io porta alla violenza. Ed è un processo dimostrato in psicoanalisi come nella realtà della cronaca.
Questo fallimento ha origini diverse, tutte però convergenti nel rapporto tra l’individuo e la collettività a cui appartiene.
Nell’ambito strettamente psicoanalitico il fallimento dell’io, come argomenta Massimo Recalcati, nasce dal non riconoscimento degli altri e dalla non rinuncia al narcisismo che impedisce di vedere e considerare l’esistenza degli altri componenti della collettività come necessaria alla propria.
Pd ostaggio del Pdl
Ma Berlusconi non starà anche questa volta a guardare e staccherà la spina dopo che avrà costretto il Pd a dire “no” alle sue proposte.
Giuseppe Santino |
Il Pd. Un partito sotto tutela, o forse sarebbe meglio dire in ostaggio del Pdl. E questo grazie a due fattori, uno interno ed uno esterno al Partito Democratico, diversi nella loro origine ma uniti nell’incidenza politica.
Quello interno prende origine dalla nascita del Pd come coacervo di uomini e di idee diverse e a volte divaricanti sulla politica, sul modello di società e sullo sviluppo.
Le memorie corte
L’Italia, si sa, è un Paese di Santi, Navigatori, Poeti. Ma anche di smemorati.
Giuseppe Santino |
E si sa anche che la smemoratezza produce paradossi. E dal 25 di febbraio stiamo assistendo ad una serie di paradossi; il primo dei quali è tutto nei risultati elettorali. Un partito, il PD, che vince le lezioni ma non può governare. E questo perché i cittadini hanno perso la memoria sulle responsabilità politiche della crisi che stiamo drammaticamente vivendo. Non si ricordano chi ha governato per un ventennio, dettando un’agenda politica basata esclusivamente sui conflitti fra istituzioni.
I grillini devono tagliare il cordone ombelicale
Di Bersani si è detto di tutto e di più. Di Berlusconi anche ma non basta.
Giuseppe Santino |
Di Grillo ormai ci si è resi conto che se “uno vale uno” c’è sempre un “uno” che vale tutti gli altri messi insieme e di più.
Come quel marchese del Grillo, un altro Grillo, di Alberto Sordi “io sono io e voi siete un cazzo” rivolgendosi agli avventori dell’osteria.
Anche dei risultati delle elezioni e delle difficoltà di avere un esecutivo autorevole e in grado di governare si è detto e si è scritto tanto.
E in mezzo a tanto dire e scrivere c’è sempre la domanda: cosa faranno i deputati 5 stelle?
I tre volti della Sardegna
Accanto al “partito” della trivella c’è quello del cemento. Cinquanta anni fa nasceva la Costa Smeralda.
Giuseppe Santino |
Nell’Italia dei tanti partiti non poteva mancare il “partito” delle trivellazioni, di coloro che vorrebbero ridurre il suolo e il fondo marino ad una sorta di gruviera alla ricerca dell’oro nero. Non è una novità. Ma sembra che questa volta il rischio sia più reale che temuto tanto che nascono comitati
“No Triv” nelle zone interessate agli interventi, da nord a sud, isole comprese. I governi italiani non hanno mai abbandonato l’idea di sfruttare al massimo le potenzialità energetiche del sottosuolo; così anche per il governo Monti la ripresa delle trivellazioni è uno dei punti fondamentali per avviare il rilancio dell’economia, ma non si tiene conto dell’impatto ambientale e del danno all’arte e alla cultura.
La sinistra si liberi dalla camicia di forza
Al tentativo di arginare l’irruenza populista di Berlusconi e del berlusconismo ha sacrificato la sua vena politica ed ideale.
Giuseppe Santino |
Rossana Rossanda e Valentino Parlato hanno lasciato Il Manifesto, rivista mensile prima, quotidiano poi, fondato nel 1969 con Lucio Magri, Luigi Pintor, a seguito di una frattura ideologico-politica con la direzione del PCI. Erano gli anni della rivolta studentesca e il Manifesto, da subito, divenne la voce della contestazione e della critica alla sinistra “revisionista”.
L’addio degli ultimi padri fondatori alla loro creatura nasce dal disconoscimento ideale e culturale del ruolo del giornale nella fase politica di questi ultimi decenni.
Casini e il franchising della politica
Finalmente un Bersani che riconosce un Casini talmente tattico da rischiare di morirne.
Giuseppe Santino |
Anche se a me più che tatticismo sembra opportunismo.
Una volta esisteva la politica dei due forni, adesso Casini ne ha moltiplicato il numero, fatto una catena che diffonde in franchising; così può allearsi con chi vuole, quando vuole e dove vuole; cambiare opinione da mattino a sera e da sera a mattino, convinto di essere l’ago della bilancia, l’elemento determinante in grado di condizionare la politica di tutta la sinistra e di tutta la destra. Possiamo anche capire che ciascuno di noi possa avere un’idea molto ambiziosa di sé e del proprio operato. E rientra nelle debolezze umane.
Ma non è possibile, sul piano politico, non stigmatizzare l’arroganza, di un leader dimezzato, di un topolino che si crede un leone. Ma il ruggito gli riesce male.
Il rottamatore
Se non fosse stato presidente della provincia e ora sindaco di Firenze, Renzi sarebbe stato uno sfasciacarrozze. Ma basta?
Giuseppe Santino |
C’era “Giovanni lo stagnino”, “Vincezo lu pignataro” e così via. Vi era anche “Pasquale mezzo culo”, chiedo scusa al lettore. Non ho mai capito il perché di quel nomignolo dal momento che ogni volta che lo incontravo, da piccolo, lo guardavo e mi sembrava normale.
Le ragioni dello spirito per sconfiggere la "peggiocrazia"
L’azione morale non può avere come scopo che se stessa.
Giuseppe Santino |
Francesco Merlo dalle pagine di Repubblica del 6 ottobre lancia un atto di accusa contro la Regione Siciliana per aver, con la sua autonomia, “prodotto un ceto parassitario senza uguali”, e ne chiede l’abolizione.
Alberto Asor Rosa, qualche giorno prima (2/10/2012) sempre dalle pagine di Repubblica, aveva definito la nuova classe sociale “residuo immondo che sopravvive quando tutto il resto è stato digerito e consumato” e, come cagna famelica, priva di valori e di cultura, ha dato l’assalto al potere.
Monti, Europa, tecnica, democrazia
La riconferma di Monti può rassicurare qualche circuito internazionale, ma segnerebbe la definitiva resa della politica a governare il paese.
Giuseppe Santino |
Il presidente Monti e gli altri alleati europei stanno iniziando a pensare ad una governance politica dell’Europa per arginare il potere della finanza nella gestione economica dei Paesi dell’eurozona.
Consapevoli, più di chiunque altro, che la crisi mondiale del capitalismo è dovuta a scelte finanziarie disastrose che, accompagnate da un innalzamento del debito pubblico, hanno generato condizioni di recessione. In una situazione complessiva di assenza del potere politico o di incapacità di intervento, le agenzie di rating distribuiscono pagelle e voti, in perfetta sintonia con il tormentone estivo “tu mi porti su e poi mi lasci cadere”. Dalle stelle alle stalle e viceversa.
Dov'è scomparso l'Eccoci?
L'”Eccoci!” di Berlinguer è stata una precisa scelta politica di un partito di sinistra. Il Pd sembra imboccare un’altra strada.
Giuseppe Santino |
Sembra un bollettino di guerra quello dell’ISTAT: diminuiscono gli investimenti, i consumi ed il PIL. L’occupazione under 35 è diminuita del 20% in cinque anni e numeri a due cifre riguardano anche gli over. Nessuno di loro ha, oggi o nel breve periodo, una concreta possibilità di uscire dal tunnel di un futuro che non c’è.
L'eterna gravidanza della politica
Sulla gestazione della riforma elettorale.
Giuseppe Santino |
Filippo Ceccarelli sul quotidiano “La Repubblica” ha definito la gestazione della riforma elettorale come l’eterna gravidanza della politica nella seconda Repubblica. E coglie nel segno.
Il ventennio berlusconiano e il diritto alla verità
Il momentaneo ritiro di Berlusconi mi aveva indotto a pensare che gli aspetti degenerativi della politica potessero scomparire come d’incanto.
Abbiamo assistito, nel ventennio berlusconiano, ad un continuo conflitto fra istituzioni ed in particolare tra partiti di maggioranza e Governo da una parte emagistratura dall’altra, accusata di manie di persecuzione e di volersi sostituire alla politica, ampliando il proprio campo d’azione.
Giuseppe Santino |
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