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La nostra civiltà: lascia o raddoppia?
Anche le energie che rendono vitali le civiltà e i popoli si esauriscono.
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Guillot |
La seconda legge della termodinamica dice che “tutta l’energia che viene utilizzata in un sistema chiuso, si trasforma da energia utilizzabile a energia inutilizzabile”.
Col “riciclaggio”, fra l’altro, non si “ crea nuova energia”, ma si sfrutta più a fondo quella già esistente.
E’ la legge inesorabile dell’entropia. Il nostro stesso universo, che pure è vastissimo, enorme, con un raggio di 14 miliardi di anni luce, non è infinito ,è limitato e, quindi, chiuso.
Fatemi capire cosa vogliono i partiti
Beati i popoli che non hanno bisogno dei politicanti confusionari e cialtroni.
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Guillot |
Più passa il tempo e più mi rendo conto di essere un perfetto imbecille che capisce sempre meno della politica nazionale e di quella algherese.
Non capisco, innanzi tutto, cosa vogliono i partiti politici, quale è il livello di democrazia interno ad essi , da chi sono diretti, quali sono i loro valori di riferimento, quali i loro programmi, le loro strategie e le loro tattiche.
Migrazioni, sicurezza e solidarietà
Un valido contributo deve arrivare da una solida Europa e un solido stato italiano.
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Guillot |
Capisco le obbiezioni e le preoccupazioni manifestate in seguito al mio articolo “Le tragedie di Lampedusa e l’accoglienza dei profughi” e credo che abbiano una fondamentale concretezza.
Chiedo, comunque, se alla soluzione dei gravissimi problemi connessi all’immigrazione non possano dare un valido contributo una solida Europa e un solido stato italiano.
Tragedie di Lampedusa e accoglienza dei profughi
L'ospitalità è un obbligo ma va organizzata bene.
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Vittorio Guillot |
Dopo le ripetute tragedie nel mare di Lampedusa, che non sono certo le prime e, temo, non saranno neppure le ultime, un coro unanime ci ricorda che abbiamo un “dovere di accoglienza” verso coloro che fuggono da guerre e miserie terribili.
Che si tratti di guerre e miserie terribili mi sembra assolutamente fuori discussione perché nessun uomo si esporrebbe per altre ragioni a viaggi così pericolosi e pieni di spaventose incognite.
Un colpo di scena spazza le larghe intese
Crisi di governo e del sistema.
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Vittorio Guillot |
Sembra che la crisi del governo delle ‘Larghe Intese’ sia stata superata con un colpo di scena degno di ‘scherzi a parte’.
Comunque, data le smisurata abilità acrobatiche dei nostri politici, non mi meraviglierei di assistere ad altre sorprendenti prodezze funamboliche.
Anche se il governo appare rafforzato, qualcuno , legittimamente timoroso dei radicalismi ‘bipartisan’ , sostiene che non avrà via né lunga né facile e sostiene che “Non è possibile tenere insieme ‘il diavolo e l’acqua santa!”
L'Islam e la cultura europea
Come si possono conciliare?
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Vittorio Guillot |
Mi fecero schifo, anni fa, coloro che offesero l’Islam con oltraggiose vignette su Maometto. Infatti, pur riconoscendo a chiunque il diritto di credere o non credere, di criticare e confutare questa o quella fede, penso che in nessun caso possano essere offesi i sentimenti più sacri dell’uomo, quali quelli religiosi.
La legalità e il rispetto delle regole sono prerogative dell'estrema sinistra?
I soldati italiani che morirono nei gulag sovietici furono circa 50.000.
È ricorrente leggere sui giornali di sinistra che la destra, e solo la destra, sia allergica al rispetto delle regole e che tenda ad approfittare del potere per agire nella illegalità e pretendere l’impunità.
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Vittorio Guillot |
Beh! Anche tralasciando di parlare degli intrecci politici, finanziari ed economici tra banche, coop e partiti di sinistra e sulla legalità dei vecchi finanziamenti al PCI da parte della deceduta Unione Sovietica, la impostazione decisamente manichea tra “l’impero del male” a destra, e “ l’impero del bene” a sinistra, mi pare falsa perché smentita dai fatti.
Poiché alcuni “sinistri” appoggiano questa loro opinione su una originale lettura della storia, mi permetto anche io di fare un collegamento tra le attuali vicende politiche e giudiziarie e la storia, facendo riferimento a vicende del passato.
Il comunismo e Papa Francesco
Sento dire in giro, da alcuni con preoccupazione e da altri con gioia, anche in margine al Suo recente viaggio in Brasile, che questo Papa è comunista. Direi che quella preoccupazione sia assolutamente ingiustificata e quella gioia assolutamente illusoria. Il Papa , secondo la mia interpretazione di quanto ha detto, Egli agisce solo ed esclusivamente nell’ambito del cristianesimo e della sua dottrina tradizionale. Infatti, riguardo alle questioni sociali , ha detto che “L’unità è superiore al conflitto” ed ha aggiunto: “ La prospettiva di una ricompensa trascendentale non esime l’uomo dall’obbligo di lottare per i diritti personali, sociali, etici, umani e patriottici. Preferisco i costruttori di ponti ai costruttori di mura, ma non negozio mai la mia identità cattolica.” altro che “lotta di classe” e materialismo dialettico o storico. Cosa ha, poi, in comune col monolitismo internazionalista o col “pensiero unico” neo-capitalista, entrambi negatori delle diversità culturali, la sua espressione : “La globalizzazione si governa con un modello a poliedro, che nell’unità mantiene l’originalità delle singole parzialità” Egli ha anche esplicitamente affermato: “Il cristianesimo condanna con uguale forza il comunismo e il capitalismo selvaggio. Esiste la proprietà privata, ma deve esserci anche l’obbligo l’ obbligo di socializzarla, entro parametri equi. Nel comunismo tutto ciò che trascende e prospetta una speranza oltre la vita immanente, paralizza le azioni in questo mondo: È un oppio. La perversione spirituale del capitalismo vuole addomesticare la religione per trasformarla in qualcosa di mondano. Anche qui oppio.“
Personalmente a coloro che sostengono che il comunismo fosse affine al cristianesimo domando: “ da che cosa deducono che Cristo non si è incarnato per conciliare l’uomo a Dio ma per costruire una società atea, senza Dio, come quella auspicata dal marxismo? È vero, inoltre, che l’analisi marxista–leninista è fondata sul materialismo ateo e che tende a condurre, di conseguenza, l’umanità ad una concezione materialistica e atea dell’esistenza . Inoltre, poiché nel Vangelo è scritto che ” è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” sembra balzano ritenere che ciò voglia dire che in paradiso entrano coloro che non pongono i beni materiali al di sopra dei valori spirituali? Cosa c’entra, allora, col cristianesimo quel marxismo, che, al contrario, riduce il suo paradiso solo al presunto godimento dei beni materiali? Sbaglio se penso che le stesse considerazioni valgano per il “ giovane ricco”, che, anziché cercare i beni dello spirito, preferì mantenere quelli materiali? È verissimo che le Sacre Scritture raccontano che i primi cristiani misero in comune i loro beni. Chiedo, comunque, se lo fecero spontaneamente e, cioè, per vivere nel modo perfetto l’amore reciproco , come, del resto, fanno anche oggi i monaci di molte comunità, o se vi furono costretti o se costrinsero altri al “comunismo”? Non è forse questa la differenza tra il “comunismo” di quei primi cristiani e quello marxista-leninista? Vi sembra una differenza di poco conto il fatto che il comunismo abbia, invece, imposto il collettivismo con la violenza?
È vero o no, inoltre, che il marxismo pone le religioni, le diverse idee politiche e tutte le “culture” prodotte dall’intelligenza umana tra le ”sovrastrutture” da abbattere, perché sarebbero state imposte dalle classi dominanti e, in epoca moderna, dal capitalismo? Cosa c’è di cristiano in questa impostazione ideologica? Mi chiedo, a questo punto : in base a quale logica la “teologia della liberazione” ha pensato che il cristianesimo possa adottare il marxismo come strumento di analisi per liberare la fede cristiana dalle strutture di potere e ideologiche e per operare una trasformazione sociale? È vero, inoltre, che Cristo vuole la giustizia sociale, tanto che predilige gli ultimi, gli emarginati, gli uomini senza potere? Come può, allora, essere considerato comunista , dato che il totalitarismo marxista-leninista prevedeva che il partito e, quindi chi lo dominava , fosse il “nuovo principe”, come lo definì Gramsci, ossia avesse un potere assoluto, egemonico, totalitario su tutto e su tutti? Anche se mi auguro di tutto cuore che questo Ponterfice riesca ribaltare voltare come un calzino l'ingiusto e opprimente sistema neocapitalista, in conclusione mi chiedo: Cosa ha a che fare il marxismo col cristianesimo e con Papa Francesco?
Personalmente a coloro che sostengono che il comunismo fosse affine al cristianesimo domando: “ da che cosa deducono che Cristo non si è incarnato per conciliare l’uomo a Dio ma per costruire una società atea, senza Dio, come quella auspicata dal marxismo? È vero, inoltre, che l’analisi marxista–leninista è fondata sul materialismo ateo e che tende a condurre, di conseguenza, l’umanità ad una concezione materialistica e atea dell’esistenza . Inoltre, poiché nel Vangelo è scritto che ” è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” sembra balzano ritenere che ciò voglia dire che in paradiso entrano coloro che non pongono i beni materiali al di sopra dei valori spirituali? Cosa c’entra, allora, col cristianesimo quel marxismo, che, al contrario, riduce il suo paradiso solo al presunto godimento dei beni materiali? Sbaglio se penso che le stesse considerazioni valgano per il “ giovane ricco”, che, anziché cercare i beni dello spirito, preferì mantenere quelli materiali? È verissimo che le Sacre Scritture raccontano che i primi cristiani misero in comune i loro beni. Chiedo, comunque, se lo fecero spontaneamente e, cioè, per vivere nel modo perfetto l’amore reciproco , come, del resto, fanno anche oggi i monaci di molte comunità, o se vi furono costretti o se costrinsero altri al “comunismo”? Non è forse questa la differenza tra il “comunismo” di quei primi cristiani e quello marxista-leninista? Vi sembra una differenza di poco conto il fatto che il comunismo abbia, invece, imposto il collettivismo con la violenza?
È vero o no, inoltre, che il marxismo pone le religioni, le diverse idee politiche e tutte le “culture” prodotte dall’intelligenza umana tra le ”sovrastrutture” da abbattere, perché sarebbero state imposte dalle classi dominanti e, in epoca moderna, dal capitalismo? Cosa c’è di cristiano in questa impostazione ideologica? Mi chiedo, a questo punto : in base a quale logica la “teologia della liberazione” ha pensato che il cristianesimo possa adottare il marxismo come strumento di analisi per liberare la fede cristiana dalle strutture di potere e ideologiche e per operare una trasformazione sociale? È vero, inoltre, che Cristo vuole la giustizia sociale, tanto che predilige gli ultimi, gli emarginati, gli uomini senza potere? Come può, allora, essere considerato comunista , dato che il totalitarismo marxista-leninista prevedeva che il partito e, quindi chi lo dominava , fosse il “nuovo principe”, come lo definì Gramsci, ossia avesse un potere assoluto, egemonico, totalitario su tutto e su tutti? Anche se mi auguro di tutto cuore che questo Ponterfice riesca ribaltare voltare come un calzino l'ingiusto e opprimente sistema neocapitalista, in conclusione mi chiedo: Cosa ha a che fare il marxismo col cristianesimo e con Papa Francesco?
In nome del popolo
L’autonomia non deve spettare al singolo magistrato, ma all’ordinamento giudiziario.
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Vittorio Guillot |
Anche su questo giornale telematico ho espresso la mia cordiale antipatia per certi comportamenti eccessivamente “spensierati” tenuti da Silvio Berlusconi. Non entro, comunque, nel merito delle sue recenti condanne per i semplice fatto che spero che giustizia sarà fatta quando quelle sentenze saranno “passate in giudicato” e, cioè, dopo aver esperito i previsti tre gradi di giudizio.
Fra l’altro i processi mediatici e popolari, niente affatto garantisti, non mi sono mai piaciuti. Certamente non metto neppure becco sulla sua morale sessuale, che riguarda lui e, semmai, la sua famiglia. Non sopporto quel personaggio però perché, stando alle sue stesse dichiarazioni, ha frequentato donnine allegre senza neppure verificare di chi fossero figlie o nipoti. Non pare che questo fatto sia di estrema gravità per un capo do governo che, più di ogni altro cittadino, è tenuto a verificare le sue amicizie perché quelle “signorine”, a “sua insaputa”, sarebbero potute essere delle spie al soldo di qualche potenza ostile all’Italia.
Ciò non toglie che io sia altrettanto convinto che, in questo Paese, il problema della politicizzazione della magistratura, esista almeno dagli anni ’60, quando, cioè, si consentì la formazione di correnti fondate su basi ideologiche. Perciò, a prescindere dai fatti contingenti, penso che il nostro sistema giudiziario debba essere profondamente riformato.
Alcune domande sulla destra italiana
Cosa è stato fatto per aiutare la famiglia sostanzialmente e economicamente?
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Vittorio Guillot |
Mi è stato chiesto, visto che non ho proprio nessuna simpatia né per l’estrema sinistra né per il grillismo, cosa io pensi della destra politica italiana.
Di quella, tanto per intenderci, che ha governato il nostro Paese per lunghi periodi, a partire dal 1994.
Più che dare una risposta, pongo io delle domande a chi si identifica con quel a parte politica e chiedo:
I Marò e l'arroganza indiana
Perché l'Italia può giudicare i due militari della san Marco.
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Vittorio Guillot |
Ritornando su argomenti già trattati, voglio specificare le ragioni per cui solo l’Italia, secondo il diritto internazionale, ha la facoltà di sottoporre a giudizio i due militari della Brigata San Marco accusati dell’uccisione di due pescatori al largo delle coste indiane.
Il fatto è che l’evento, le cui responsabilità sono tutte da dimostrare, si è verificato certamente a 20,5 miglia dalla costa indiana, come documentano i rilevamenti g.p.s. della posizione della nave.
La Costituzione italiana è stata violata?
Sotto esame il caso dei due Marò.
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Vittorio Guillot |
Il 31 maggio 2013 il Comitato Legalitè, presieduto dal dott. Franco Pilo, Presidente emerito del Tribunale di Sassari, col patrocinio dell’Università sassarese, ha organizzato il convegno avente per argomento “Il caso dei due Marò , l’Italia e la legalità internazionale”.
Il Giorno del Ricordo
Allontanate le passioni e le emozioni concitate, la riconciliazione sarebbe possibile.
Dopo decenni di oblio, il 10 febbraio di ogni anno si onorano i 350mila italiani cacciati dall’Istria e dalla Dalmazia e i 10mila trucidati nelle foibe.
Io vivo questo giorno con il desiderio della riconciliazione tra i popoli e tra le fazioni che si combatterono in quella guerra feroce.
Penso, perciò, che, oggi, a circa 70 anni da quegli eventi, allontanate le passioni e le emozioni concitate, la riconciliazione sarebbe possibile se ognuno portasse il suo pezzetto di verità, senza farsi condizionare da pregiudizi ideologici, e ascoltasse il pezzetto di verità portato dagli altri.
Non si può chiedere, in questa prospettiva, ai vecchi profughi di dimenticare o, meglio, di rimuovere dal loro animo, le cose, i morti e gli affetti lasciati in quelle terre e le angherie subite.
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Vittorio Guillot |
Io vivo questo giorno con il desiderio della riconciliazione tra i popoli e tra le fazioni che si combatterono in quella guerra feroce.
Penso, perciò, che, oggi, a circa 70 anni da quegli eventi, allontanate le passioni e le emozioni concitate, la riconciliazione sarebbe possibile se ognuno portasse il suo pezzetto di verità, senza farsi condizionare da pregiudizi ideologici, e ascoltasse il pezzetto di verità portato dagli altri.
Non si può chiedere, in questa prospettiva, ai vecchi profughi di dimenticare o, meglio, di rimuovere dal loro animo, le cose, i morti e gli affetti lasciati in quelle terre e le angherie subite.
La crisi italiana e la storia del XX secolo
L'ascesa di Hitler e analogie tra passato e presente.
Leggo un libro sulla storia europea tra l’anno della fine della prima guerra mondiale, il 1918, e quello della ascesa al potere di Hitler, il 1933.
Mi colpiscono, ahimè, le molte analogie con la situazione attuale tanto che ritengo grave colpa della nostra partitocrazia aver attribuito per troppo tempo il crollo dei sistemi democratici di quel periodo, particolarmente in Italia e Germania, solo (e sottolineo la parola solo) all’appoggio che fu dato al fascismo ed al nazismo dal capitalismo e dai poteri forti e alla violenza, che indubbiamente ci fu anche se non fu praticata solo da una parte.
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Vittorio Guillot |
Mi colpiscono, ahimè, le molte analogie con la situazione attuale tanto che ritengo grave colpa della nostra partitocrazia aver attribuito per troppo tempo il crollo dei sistemi democratici di quel periodo, particolarmente in Italia e Germania, solo (e sottolineo la parola solo) all’appoggio che fu dato al fascismo ed al nazismo dal capitalismo e dai poteri forti e alla violenza, che indubbiamente ci fu anche se non fu praticata solo da una parte.
Su che basi culturali si può conciliare il cattolicesimo e il comunismo?
Sappiamo tutti che il comunismo è crollato nel 1989 e molti che fino allora sostenevano quell’ideologia la hanno superata.
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Vittorio Guillot |
Anche se non credo che in Italia possa affermarsi una dittatura comunista, ci sono, però, ancora alcuni irriducibili nostalgici che credono in quella ideologia e, poiché molti cattolici propongono di allearsi con loro, vorrei sapere su quali basi possa reggersi questa alleanza.
Mi chiedo, in particolare, se il marxismo-leninismo ha rinunciato al principio, inaccettabile per un cattolico, che il partito comunista possa imporre le sue direttive ad interi popoli ed ad ogni singolo individuo.
Ricordo che quella ideologia si attribuiva addirittura il diritto di stabilire persino quali fossero i bisogni di ogni cittadino, come, quando e in che misura essi dovessero essere soddisfatti. Questo è quanto appare nel ‘Manifesto del partito comunista’, di Marx e Engels.
L'ultima discesa in campo del Cavaliere
Non amo molte cose del sistema socio politico italiano.
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Vittorio Guillot |
Non amo il sistema giudiziario, né la partitocrazia che, ancora oggi, inquina tutte le istituzioni, non amo l’instabilità dei governi che l’accompagna.
Non amo gli ultra liberisti, né i comunisti, né i catto-comunisti, né gli indipendentisti-separatisti, né i nostalgici della prima repubblica.
Non amo neppure Grillo. Capisco la sua legittima contestazione anche se, a parte molti dubbi sulla democrazia interna al Movimento 5 Stelle, dubbi che, per altro, sono comuni ad altri partiti, mi chiedo: quali sono i valori che ispirano la sua politica?
Il campo nomadi e il razzismo
Nel corso di uno scambio di opinioni relativo al problema del campo nomadi è stato prospettato il sospetto che io sia razzista.
Non lo sono affatto, tant’è vero che un simile sospetto non è mai balenato né nel cervello di certi amici indiani, proprio del Kerala, né di altri, equadoregni di lingua quechua. Non lo sono soprattutto da quando lessi, tanti anni fa, alcuni scritti di Gobineau, un francese di scuola positivista che sosteneva che esistesse una gerarchia tra le razze umane. Al culmine di questa gerarchia poneva, ovviamente, la razza bianca o, meglio, quella nord europea. Le altre razze, che secondo lui, addirittura, provengono da un diverso ramo dell’evoluzione, sarebbero subumane, poco intelligenti, scarsamente razionali, istintive, selvagge, animalesche.
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Vittorio Guillot |
Oggi la scienza, grazie alle scoperte del Dna, è orientata ad affermare che tutti gli uomini discendono da un unico ceppo. Comunque quella teoria, scientificamente fondata su aria fritta, giustificava l’oppressione e la schiavitù praticata dai bianchi in danno delle altre popolazioni, in particolare di quelle nere e rosse.
La Germania e la crisi dell'euro
Per un'Europa federale.
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Vittorio Guillot |
Molto spesso in Italia si mette in evidenza l’intransigenza della Germania nell’ostacolare gli aiuti ai Paesi che più soffrono per la attuale crisi economica.
Si dice che i tedeschi non devono dimenticare il grande aiuto finanziario che hanno ricevuto dall’Unione Europea in occasione della loro riunificazione. Quell’aiuto fu necessario per coprire la differenza tra il valore effettivo tra il marco dell’ovest e quello dell’est, che i tedeschi, contro la realtà economica e finanziaria, vollero dello stesso valore.
A proposito del "campo nomadi"
Costituiamo "campi di transito".
Un'opinione di Joan Oliva comparso su questo giornale ha dato la stura a una discussione sui problemi dei Rom di Alghero.
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Vittorio Guillot |
Premetto di non giustificare le espressioni razziste perché hanno il torto di fare di tutte le erbe un fascio e colpiscono sommariamente tutti i membri di un popolo, senza distinguere tra colpevoli e no.
Vorrei comunque capire il perché di certe reazioni e se ci sono provocazioni verso questi comportamenti, che restano indecenti. Non sono un esperto della questione e ho solo qualche idea in merito. La propongo e mi si corregga se sbaglio.
La scelta dei presidenti delle partecipate ad Alghero
Ciò che una amministrazione seria deve evitare è l’ ambiguo intuitus personae.
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Vittorio Guillot |
Ho scritto, qualche tempo fa, che condivido il “Metodo Lubrano” relativo alla scelta dei presidenti delle società partecipate dal Comune. Confermo quella mia opinione anche se mi lascia un po’ perplesso il fatto che, nello stabilire i requisiti per quelle cariche, si siano formulate delle espressioni un po’ vaghe.
Infatti, se, anziché prevedere precisi e inderogabili requisiti, si parla genericamente di ".....buona preparazione contabile e amministrativa" o di"..... cultura equivalente" si rischia di lasciare, non alla discrezionalità, ma all'arbitrio dei politici la possibilità di assegnare gli incarichi non in funzione delle competenze, ma degli interessi di partito o personali.
Probabilmente sono prevenuto perché questi trucchi sono stati praticati dalla vecchia politica, di “destra e di “sinistra”. Io spero che questa amministrazione dia, invece, una ventata di nuovo, di cui la Città ha bisogno.
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