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Un anno di Stefano Lubrano, opinioni a confronto
Piazza Civica – opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Ne discutono Tonino Baldino, Mario Bruno, Mario Conoci, Giorgia Distefano, Carlo Mannoni, Gianni Piredda, Maria Graziella Serra e Marco Tedde.
Un anno fa, al ballottaggio del 25 Giugno 2012, Alghero eleggeva Stefano Lubrano a sindaco di Alghero. La coalizione del centrosinistra che lo sosteneva ha presentato un programma elettorale i cui impegni sono stati confermati nelle dichiarazioni programmatiche del Sindaco in Consiglio Comunale.
Alla luce di tali impegni, che giudizio dà al primo anno dell'amministrazione Lubrano?
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
Abbiamo rivolto queste domande ai nostri interlocutori. Invitiamo anche i nostri lettori a partecipare al dibattito attraverso lo spazio dei commenti in fondo ad ogni intervento.
Alla luce di tali impegni, che giudizio dà al primo anno dell'amministrazione Lubrano?
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
Abbiamo rivolto queste domande ai nostri interlocutori. Invitiamo anche i nostri lettori a partecipare al dibattito attraverso lo spazio dei commenti in fondo ad ogni intervento.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Un anno di nulla
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Ahimé un anno di nulla. È decisamente negativo il bilancio dell’amministrazione Lubrano, dove perfino l’ordinario è divenuto straordinario.
Amministrare una città come Alghero non è certo semplice, le difficoltà si possono incontrare e nessuno ha la bacchetta magica, ma questa amministrazione ha dimostrato di non avere idee, di essere una nave che naviga a vista, sempre in ritardo sulle decisioni da prendere, incapace di incidere anche in quella che dovrebbe essere la normale amministrazione.
Dopo un anno ancora attendiamo di vedere quella trasparenza e partecipazione promessa. Il sito del comune ancora non pronto, bilanci non pubblicati o difficili da scaricare persino per gli addetti ai lavori. Solo attraverso i giornali e le emittenti locali i cittadini sono venuti a conoscenza di concorsi pubblici. L’architetto di quartiere che doveva essere il punto di contatto tra cittadini e amministrazione per la realizzazione del PUC, mai visto..
La città è incredibilmente sporca, eppure in campagna elettorale tanto si era detto in merito al decoro urbano. Le nostre magnifiche spiagge sono in condizioni pessime e solo a maggio si è pensato di chiedere alla regione una modifica sulla legge per la raccolta della posidonia; non era il caso di farlo a settembre 2012?
Più di sei mesi per emettere un ordinanza sulla "questione decibel", per la quale i gestori di molti locali chiedono con quali imprenditori stia interloquendo l’amministrazione, alla faccia della trasparenza e della partecipazione.
Infinite discussioni interne hanno tenuto al palo questa maggioranza a discapito della città. La mia delusione è profonda poiché, pur sapendo che non era il M5S ad amministrare la città, mi aspettavo davvero di più. Come ho detto, un anno di nulla.
Giorgia Di Stefano è consigliera comunale del Movimento 5 Stelle.
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Giorgia Distefano |
Amministrare una città come Alghero non è certo semplice, le difficoltà si possono incontrare e nessuno ha la bacchetta magica, ma questa amministrazione ha dimostrato di non avere idee, di essere una nave che naviga a vista, sempre in ritardo sulle decisioni da prendere, incapace di incidere anche in quella che dovrebbe essere la normale amministrazione.
Dopo un anno ancora attendiamo di vedere quella trasparenza e partecipazione promessa. Il sito del comune ancora non pronto, bilanci non pubblicati o difficili da scaricare persino per gli addetti ai lavori. Solo attraverso i giornali e le emittenti locali i cittadini sono venuti a conoscenza di concorsi pubblici. L’architetto di quartiere che doveva essere il punto di contatto tra cittadini e amministrazione per la realizzazione del PUC, mai visto..
La città è incredibilmente sporca, eppure in campagna elettorale tanto si era detto in merito al decoro urbano. Le nostre magnifiche spiagge sono in condizioni pessime e solo a maggio si è pensato di chiedere alla regione una modifica sulla legge per la raccolta della posidonia; non era il caso di farlo a settembre 2012?
Più di sei mesi per emettere un ordinanza sulla "questione decibel", per la quale i gestori di molti locali chiedono con quali imprenditori stia interloquendo l’amministrazione, alla faccia della trasparenza e della partecipazione.
Infinite discussioni interne hanno tenuto al palo questa maggioranza a discapito della città. La mia delusione è profonda poiché, pur sapendo che non era il M5S ad amministrare la città, mi aspettavo davvero di più. Come ho detto, un anno di nulla.
Giorgia Di Stefano è consigliera comunale del Movimento 5 Stelle.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
La sindrome del paguro bernardo
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
A mio avviso il sindaco ha, in quest'anno appena trascorso, sofferto della sindrome del paguro bernardo che, come è noto, non ha una casa propria ma usa, come casa sua, conchiglie abbandonate.
Ciò per dire che lo stesso sindaco si è posto, nei fatti, in una chiara linea di continuità con la politica amministrativa del centro destra di Marco Tedde. Ha usato, cioè, come sua la vecchia casa del centro destra.
Lo ha fatto nominando in ruoli politici del governo cittadino persone che avevano collaborato con la giunta precedente e nelle azioni di governo ha, in alcuni casi eclatanti, confermato contestate decisioni del centro destra salvo repentine, ed opportune, marce indietro come per Maria Pia.
Ciò che emerge, dopo un anno di governo cittadino da parte del Sindaco Lubrano è la mancanza di un progetto complessivo per la città. Un progetto almeno percepibile, anche se di difficile attuazione, sarebbe stato già un successo.
C'è poi un distacco colpevole dalla Regione che moltiplica per cento la distanza chilometrica di Alghero da Cagliari. Non si è sentita in quest'anno la voce più autorevole della città, quella del sindaco, alzarsi forte per rivendicare i diritti della comunità algherese.
Infine il nuovo PUC: è stato in campagna elettorale, insieme, il suo cavallo di battaglia e la sua più grande contraddizione per l'evidente, ed insanabile, conflitto di interessi per le sue proprietà sul mare a Maristella. Ed, infatti, dopo un anno, sul PUC solo assoluta e voluta inerzia. Meglio star lontano dal problema. Si aspetta, per caso, che risolva tutto Cappellacci con la promessa modifica del Ppr?
Infine il Calich e la marea gialla: un bando da 20.000 euro, Iva compresa, per una manifestazione di interesse alla ricerca delle proposte risolutive è, a mio avviso, la peggior soluzione che si potesse ricercare. Serve solo a perdere altro tempo e a dimostrare che si e fatto qualcosa (ma ci volevano 365 giorni per un bando di manifestazione di interesse?) mentre andava stanata la Regione dal suo conclamato letargo per risolvere un problema che é non solo dei cittadini algheresi ma di tutti i sardi. Ma ad Alghero, sul tema, non si è visto nessuno della Regione, a partire da Cappellacci per finire all'assessore della difesa dell'ambiente. La materia non li riguarda ed il sindaco, che tace, acconsente.
Per concludere cito tre impegni, tra tutti, del sindaco Lubrano, contenuti nelle sue dichiarazioni programmatiche.
PUC : "In tempi brevi vogliamo approvare il nuovo Piano Urbanistico Comunale", mentre in una recente intervista su un sito locale il sindaco ha dichiarato di non aver fretta.
Marea gialla: "È un problema serissimo, per il quale occorre una soluzione rapida: entro tre mesi dall’insediamento, ci impegniamo ad individuare la soluzione tecnica che, con il minor costo possibile di realizzazione e di gestione, permetta di risolvere definitivamente questo grave problema ambientale"; dopo un anno siamo punto e a capo.
Maria Pia: "Vogliamo in primo luogo condividere con gli algheresi in maniera trasparente quali usi e quali strategie adottare per dare valore a Maria Pia. Partiremo dall’idea di voler restituire all’uso pubblico quest’area e per questo intendiamo realizzare un grande parco urbano... faremo un grande concorso di idee che dovrà inserire in un unico progetto il parco urbano di Maria Pia, le strutture sportive, la nuova ricettività a sostegno della multifunzionalità dell’area e il Palazzo della Cultura, delle Arti e dei Congressi". La trasparenza per Maria Pia è stata tale che nel programma di opere pubbliche per il triennio 2013-2015 era originariamente confermato il project financing da 135 milioni dei privati, poi precipitosamente ritirato a seguito delle critiche dall'opinione pubblica e da settori della stessa maggioranza.
Carlo Mannoni è opinionista de La Voce di Alghero. È stato Vicepresidente e Assessore dei lavori pubblici della Regione Sardegna dal 2004 al 2009.
Carlo Mannoni |
Ciò per dire che lo stesso sindaco si è posto, nei fatti, in una chiara linea di continuità con la politica amministrativa del centro destra di Marco Tedde. Ha usato, cioè, come sua la vecchia casa del centro destra.
Lo ha fatto nominando in ruoli politici del governo cittadino persone che avevano collaborato con la giunta precedente e nelle azioni di governo ha, in alcuni casi eclatanti, confermato contestate decisioni del centro destra salvo repentine, ed opportune, marce indietro come per Maria Pia.
Ciò che emerge, dopo un anno di governo cittadino da parte del Sindaco Lubrano è la mancanza di un progetto complessivo per la città. Un progetto almeno percepibile, anche se di difficile attuazione, sarebbe stato già un successo.
C'è poi un distacco colpevole dalla Regione che moltiplica per cento la distanza chilometrica di Alghero da Cagliari. Non si è sentita in quest'anno la voce più autorevole della città, quella del sindaco, alzarsi forte per rivendicare i diritti della comunità algherese.
Infine il nuovo PUC: è stato in campagna elettorale, insieme, il suo cavallo di battaglia e la sua più grande contraddizione per l'evidente, ed insanabile, conflitto di interessi per le sue proprietà sul mare a Maristella. Ed, infatti, dopo un anno, sul PUC solo assoluta e voluta inerzia. Meglio star lontano dal problema. Si aspetta, per caso, che risolva tutto Cappellacci con la promessa modifica del Ppr?
Infine il Calich e la marea gialla: un bando da 20.000 euro, Iva compresa, per una manifestazione di interesse alla ricerca delle proposte risolutive è, a mio avviso, la peggior soluzione che si potesse ricercare. Serve solo a perdere altro tempo e a dimostrare che si e fatto qualcosa (ma ci volevano 365 giorni per un bando di manifestazione di interesse?) mentre andava stanata la Regione dal suo conclamato letargo per risolvere un problema che é non solo dei cittadini algheresi ma di tutti i sardi. Ma ad Alghero, sul tema, non si è visto nessuno della Regione, a partire da Cappellacci per finire all'assessore della difesa dell'ambiente. La materia non li riguarda ed il sindaco, che tace, acconsente.
Per concludere cito tre impegni, tra tutti, del sindaco Lubrano, contenuti nelle sue dichiarazioni programmatiche.
PUC : "In tempi brevi vogliamo approvare il nuovo Piano Urbanistico Comunale", mentre in una recente intervista su un sito locale il sindaco ha dichiarato di non aver fretta.
Marea gialla: "È un problema serissimo, per il quale occorre una soluzione rapida: entro tre mesi dall’insediamento, ci impegniamo ad individuare la soluzione tecnica che, con il minor costo possibile di realizzazione e di gestione, permetta di risolvere definitivamente questo grave problema ambientale"; dopo un anno siamo punto e a capo.
Maria Pia: "Vogliamo in primo luogo condividere con gli algheresi in maniera trasparente quali usi e quali strategie adottare per dare valore a Maria Pia. Partiremo dall’idea di voler restituire all’uso pubblico quest’area e per questo intendiamo realizzare un grande parco urbano... faremo un grande concorso di idee che dovrà inserire in un unico progetto il parco urbano di Maria Pia, le strutture sportive, la nuova ricettività a sostegno della multifunzionalità dell’area e il Palazzo della Cultura, delle Arti e dei Congressi". La trasparenza per Maria Pia è stata tale che nel programma di opere pubbliche per il triennio 2013-2015 era originariamente confermato il project financing da 135 milioni dei privati, poi precipitosamente ritirato a seguito delle critiche dall'opinione pubblica e da settori della stessa maggioranza.
Carlo Mannoni è opinionista de La Voce di Alghero. È stato Vicepresidente e Assessore dei lavori pubblici della Regione Sardegna dal 2004 al 2009.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Il giudizio che conta sull'operato di una amministrazione è quello dei cittadini "comuni", quelli che non sono impegnati in politica e guardano, in modo semplice e obiettivo, come viene guidata la città. Naturalmente ogni giudizio tiene conto anche delle cose promesse in campagna elettorale e contenute nel programma.
È sufficiente dunque ascoltare la gente per capire che la speranza riposta nella promessa del grande cambiamento è stata tradita. Il giudizio migliore che si può raccogliere parla di un immobilismo totale: "non stanno facendo nulla".
Il peso dello slogan elettorale "sappiamo cosa fare e sappiamo come farlo" sta schiacciando il Sindaco, i consiglieri e i partiti della maggioranza, sotto il peso dell'immobilismo totale provocato dalla evidente incapacità amministrativa e dalle divisioni che sempre di più disgregano la maggioranza priva di un progetto comune di sviluppo e di quel minimo di solidarietà interna necessaria per affrontare anche la semplice ordinaria amministrazione.
Da un anno assistiamo a liti interne su assessorati, presidenze e posti di sottogoverno; da un anno assistiamo al maldestro tentativo di coprire la propria incapacità addossando colpe alle passate amministrazioni; da un anno assistiamo ad una città abbandonata a se stessa dove tutto pare declinare.
Oggi, in attesa di altri obiettivi, la lotta interna alla maggioranza si sta giocando sulla sostituzione dell'assessora alle finanze, presa dal sindaco Lubrano direttamente dal centrodestra e contestata in particolare dal PD. L'ultima conferenza stampa del Sindaco con al fianco l'assessora Scanu, è stata solo una rappresentazione teatrale per dimostrare alla maggioranza che l'assessora condivide, obtorto collo, un giudizio negativo sulla gestione finanziaria della passata amministrazione della quale però lei stessa è stata protagonista, seppur di secondo piano, nei vari incarichi ricoperti con il centrodestra. Quella rappresentazione teatrale non convincerà il PD dal desistere nel chiederne la sostituzione, e sulla determinazione di difendere l'assessora, da lui così fortemente voluta, si misurerà la futura strada del sindaco: da una parte consegnarsi alle scelte del suo e degli altri partiti della maggioranza, sostituendo l'assessora; dall'altra percorrere la strada seguita sino ad ora di non accettare dialoghi e "suggerimenti" e andare dritto per la propria strada.
Tutto questo però riguarda giochi politici che si svolgono a dispetto della città e delle sue esigenze.
I grandi temi sono spariti dal dibattito politico, uno per tutti il PUC del quale non si sente più parlare. Ma anche altri problemi, sui quali si erano prospettate soluzioni miracolistiche, lungi dall'essere risolti, si sono addirittura aggravati: il Calik è l'esempio più rilevante, ma i ritardi sul nuovo appalto per l'igiene urbana, l'aumento ai massimi livelli dell'Imu nonostante la promessa di abbassarla, la totale assenza della programmazione culturale e degli eventi dimostrano l'assenza dell'amministrazione sui grandi temi.
Langue però anche la cura ordinaria della città e l'estate ormai alle porte ne aggraverà le condizioni. Ci sono intere vie invase dall'erba, la pulizia è peggiorata costantemente ed persino la semplice insegna del museo del corallo, rotta e non sostituita o l'assenza delle bandiere che sventolavano sulla torre di Porta Terra, sono il segno della incuria e della decadenza.
Tutto questo non può far piacere a nessuno perché, se prima di tutto c'è la città, tutti, maggioranza e opposizione, hanno il dovere di contribuire a far risollevare Alghero. Sindaco e maggioranza dovrebbero riprendere a parlarsi ed entrambi hanno il dovere di aprire il dialogo con l'opposizione che non potrà rifiutare la propria collaborazione.
L'alternativa può essere solo una presa di coscienza del baratro verso il quale si sta portando la città e, senza nascondersi dietro improbabili conferenze stampa cariche di parole dietro le quali nascondere l'assenza di fatti concreti, assumere le decisioni necessarie per il bene della città.
Mario Conoci è coordinatore cittadino del Pdl.
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Mario Conoci |
È sufficiente dunque ascoltare la gente per capire che la speranza riposta nella promessa del grande cambiamento è stata tradita. Il giudizio migliore che si può raccogliere parla di un immobilismo totale: "non stanno facendo nulla".
Il peso dello slogan elettorale "sappiamo cosa fare e sappiamo come farlo" sta schiacciando il Sindaco, i consiglieri e i partiti della maggioranza, sotto il peso dell'immobilismo totale provocato dalla evidente incapacità amministrativa e dalle divisioni che sempre di più disgregano la maggioranza priva di un progetto comune di sviluppo e di quel minimo di solidarietà interna necessaria per affrontare anche la semplice ordinaria amministrazione.
Da un anno assistiamo a liti interne su assessorati, presidenze e posti di sottogoverno; da un anno assistiamo al maldestro tentativo di coprire la propria incapacità addossando colpe alle passate amministrazioni; da un anno assistiamo ad una città abbandonata a se stessa dove tutto pare declinare.
Oggi, in attesa di altri obiettivi, la lotta interna alla maggioranza si sta giocando sulla sostituzione dell'assessora alle finanze, presa dal sindaco Lubrano direttamente dal centrodestra e contestata in particolare dal PD. L'ultima conferenza stampa del Sindaco con al fianco l'assessora Scanu, è stata solo una rappresentazione teatrale per dimostrare alla maggioranza che l'assessora condivide, obtorto collo, un giudizio negativo sulla gestione finanziaria della passata amministrazione della quale però lei stessa è stata protagonista, seppur di secondo piano, nei vari incarichi ricoperti con il centrodestra. Quella rappresentazione teatrale non convincerà il PD dal desistere nel chiederne la sostituzione, e sulla determinazione di difendere l'assessora, da lui così fortemente voluta, si misurerà la futura strada del sindaco: da una parte consegnarsi alle scelte del suo e degli altri partiti della maggioranza, sostituendo l'assessora; dall'altra percorrere la strada seguita sino ad ora di non accettare dialoghi e "suggerimenti" e andare dritto per la propria strada.
Tutto questo però riguarda giochi politici che si svolgono a dispetto della città e delle sue esigenze.
I grandi temi sono spariti dal dibattito politico, uno per tutti il PUC del quale non si sente più parlare. Ma anche altri problemi, sui quali si erano prospettate soluzioni miracolistiche, lungi dall'essere risolti, si sono addirittura aggravati: il Calik è l'esempio più rilevante, ma i ritardi sul nuovo appalto per l'igiene urbana, l'aumento ai massimi livelli dell'Imu nonostante la promessa di abbassarla, la totale assenza della programmazione culturale e degli eventi dimostrano l'assenza dell'amministrazione sui grandi temi.
Langue però anche la cura ordinaria della città e l'estate ormai alle porte ne aggraverà le condizioni. Ci sono intere vie invase dall'erba, la pulizia è peggiorata costantemente ed persino la semplice insegna del museo del corallo, rotta e non sostituita o l'assenza delle bandiere che sventolavano sulla torre di Porta Terra, sono il segno della incuria e della decadenza.
Tutto questo non può far piacere a nessuno perché, se prima di tutto c'è la città, tutti, maggioranza e opposizione, hanno il dovere di contribuire a far risollevare Alghero. Sindaco e maggioranza dovrebbero riprendere a parlarsi ed entrambi hanno il dovere di aprire il dialogo con l'opposizione che non potrà rifiutare la propria collaborazione.
L'alternativa può essere solo una presa di coscienza del baratro verso il quale si sta portando la città e, senza nascondersi dietro improbabili conferenze stampa cariche di parole dietro le quali nascondere l'assenza di fatti concreti, assumere le decisioni necessarie per il bene della città.
Mario Conoci è coordinatore cittadino del Pdl.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Assoluta delusione
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Alla luce degli impegni assunti nel programma elettorale e nelle dichiarazioni programmatiche del Sindaco in Consiglio Comunale, che giudizio dà al primo anno dell'amministrazione Lubrano?
Il giudizio è di assoluta delusione. L’Amministrazione Lubrano si è caratterizzata per l’inadeguatezza ad affrontare e risolvere i problemi della città e, ancor prima, di capirne la qualità e la portata.
Fin dai primi passaggi politici e amministrativi è emerso che il Sindaco non sapeva cosa volesse dire “amministrazione” e non riusciva a focalizzare il perimetro e le volontà politiche di una maggioranza composita e mal assemblata.
Lubrano pone un impegno straordinario negli annunci vuoti e nelle conferenze stampa eteree che rappresentano con forme verbali ciò che plasticamente in questo periodo la nuova Amministrazione ha dimostrato con azioni (poche e modeste) ed omissioni pesanti.
L’operazione di sincretismo politico del Sindaco Lubrano, che ha vanamente tentato di saldare elementi appartenenti a opposte ideologie, ha dimostrato di essere arrivata al “default” dopo aver mosso i primi passi. Di fatto è deceduta in culla. Ed è bizzarro che invece di fare azione di amalgama e riequilibrio Lubrano abbia relegato in un cantuccio della scena politica il PD riformista e valorizzato contro natura le istanze della sinistra radicale e dei centri sociali.
Per velare questo stato di assoluta confusione e incapacità ad affrontare i temi amministrativi Lubrano ha avviato una vera e propria “giaculatoria politica” fatta di lagne e lamentazioni che si possono riassumere nella locuzione “la colpa è del centrodestra”, dimenticando che il Centrodestra oltre ad avere cambiato in positivo il volto della città non è più al governo della città da 19 mesi.
Ha poi proseguito col “mantra” del buco di bilancio, salvo poi dimostrare con la sua firma sulle delibere in materia finanziaria – e quelle dei revisori dei conti – che era solo una sua strumentale fantasia. Per contraddirsi platealmente sul punto ha poi nominato assessore alle finanze uno dei pilastri finanziari del Centrodestra, revisore dei conti per due mandati e Presidente Secal.
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Dopo un anno la maggioranza e l’amministrazione si contorcono attorno ai nodi delle poltrone e non si vede all’orizzonte un minimo indizio che faccia comprendere la direzione verso cui vuole andare il Sindaco. La programmazione è assente ma è altrettanto assente anche la gestione ordinaria e l’elementare contrasto alla situazione di crisi.
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Gli impegni elettorali dei primi cento giorni sono stati completamente disattesi: la promessa di far lavorare i nostri giovani disoccupati nelle società partecipate, di premiare con incentivi e sgravi Imu le aziende private che avessero assunto sono rimaste lettera morta. Ed è stato completamente dimenticato l'impegno solenne di ridurre allo 0,20 l'Imu per la prima casa e allo 0,56 quella per le attività produttive. Abbiamo visto com'è andata: Alghero ha le aliquote più alte in Sardegna. Per non dimenticare i bizzarri “architetti di quartiere” che sono rimasti negli annali della propaganda elettorale più inutile.
Nell’oblio più totale è finita la promessa dell’Ufficio “Abitare ad Alghero”, che avrebbe dovuto favorire accordi fra proprietari di appartamenti e conduttori al fine di far ottenere agevolazioni fiscali ai primi – anche con polizze fideiussorie a carico del comune per garantirli da eventuali morosità – e aiuti ai secondi. S’è perso per strada anche il fantomatico “Fondo di garanzia e solidarietà” che avrebbe dovuto assistere le famiglie bisognose e le giovani coppie.
Tutti gli altri impegni sono rimasti lettera morta, compresi anche quelli più "naïf" come gli incontri settimanali coi cittadini algheresi presso la sede di via Columbano.
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
Le uniche azioni significative fatte per la città non sono state altro che tentativi affannati di proseguire i procedimenti amministrativi e le opere pubbliche avviati dalla precedente Amministrazione.
La circonvallazione e la riqualificazione del percorso che da Scalo Tarantiello conduce alla Piazza Sulis, che sono entrambi a rischio di definanziamento per i ritardi accumulati, la prosecuzione del terzo lotto della Passeggiata Barcellona e il progetto per contrastare l’erosione della falesia di Capo Caccia sono gli episodi più emblematici.
Tutto il resto sono ritardi, omissioni e azioni contraddistinte dalla scarsa competenza amministrativa e dalla memoria corta. Il Museo della Città, realizzato, finanziato ed allestito dalla precedente Amministrazione è chiuso. Pare per infiltrazioni la cui eliminazione la precedente Amministrazione aveva però finanziato.
Non si parla di PUC, Piano di utilizzo dei litorali e programmazione urbanistica. Anzi, si evita accuratamente di convocare la competente commissione.
Abbiamo perso un finanziamento regionale di 800.000 – il cosidetto POIC che, peraltro, era stato ideato dalla precedente Amministrazione in accordo con la RAS – per aver presentato la domanda fra gli ultimi. E, quindi, oltre al danno la beffa. Anche il finanziamento da 800.000 euro per il completamento delle area artigianale Ungias – Galantè è stato perso perché l’opera non è stata inserita nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Abbiamo perso oltre 1.325.000 euro alla fine dello scorso anno, che non potranno essere recuperati. E l’elenco potrebbe continuare per qualche pagina.
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Marco Tedde |
Il giudizio è di assoluta delusione. L’Amministrazione Lubrano si è caratterizzata per l’inadeguatezza ad affrontare e risolvere i problemi della città e, ancor prima, di capirne la qualità e la portata.
Fin dai primi passaggi politici e amministrativi è emerso che il Sindaco non sapeva cosa volesse dire “amministrazione” e non riusciva a focalizzare il perimetro e le volontà politiche di una maggioranza composita e mal assemblata.
Lubrano pone un impegno straordinario negli annunci vuoti e nelle conferenze stampa eteree che rappresentano con forme verbali ciò che plasticamente in questo periodo la nuova Amministrazione ha dimostrato con azioni (poche e modeste) ed omissioni pesanti.
L’operazione di sincretismo politico del Sindaco Lubrano, che ha vanamente tentato di saldare elementi appartenenti a opposte ideologie, ha dimostrato di essere arrivata al “default” dopo aver mosso i primi passi. Di fatto è deceduta in culla. Ed è bizzarro che invece di fare azione di amalgama e riequilibrio Lubrano abbia relegato in un cantuccio della scena politica il PD riformista e valorizzato contro natura le istanze della sinistra radicale e dei centri sociali.
Per velare questo stato di assoluta confusione e incapacità ad affrontare i temi amministrativi Lubrano ha avviato una vera e propria “giaculatoria politica” fatta di lagne e lamentazioni che si possono riassumere nella locuzione “la colpa è del centrodestra”, dimenticando che il Centrodestra oltre ad avere cambiato in positivo il volto della città non è più al governo della città da 19 mesi.
Ha poi proseguito col “mantra” del buco di bilancio, salvo poi dimostrare con la sua firma sulle delibere in materia finanziaria – e quelle dei revisori dei conti – che era solo una sua strumentale fantasia. Per contraddirsi platealmente sul punto ha poi nominato assessore alle finanze uno dei pilastri finanziari del Centrodestra, revisore dei conti per due mandati e Presidente Secal.
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Dopo un anno la maggioranza e l’amministrazione si contorcono attorno ai nodi delle poltrone e non si vede all’orizzonte un minimo indizio che faccia comprendere la direzione verso cui vuole andare il Sindaco. La programmazione è assente ma è altrettanto assente anche la gestione ordinaria e l’elementare contrasto alla situazione di crisi.
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Gli impegni elettorali dei primi cento giorni sono stati completamente disattesi: la promessa di far lavorare i nostri giovani disoccupati nelle società partecipate, di premiare con incentivi e sgravi Imu le aziende private che avessero assunto sono rimaste lettera morta. Ed è stato completamente dimenticato l'impegno solenne di ridurre allo 0,20 l'Imu per la prima casa e allo 0,56 quella per le attività produttive. Abbiamo visto com'è andata: Alghero ha le aliquote più alte in Sardegna. Per non dimenticare i bizzarri “architetti di quartiere” che sono rimasti negli annali della propaganda elettorale più inutile.
Nell’oblio più totale è finita la promessa dell’Ufficio “Abitare ad Alghero”, che avrebbe dovuto favorire accordi fra proprietari di appartamenti e conduttori al fine di far ottenere agevolazioni fiscali ai primi – anche con polizze fideiussorie a carico del comune per garantirli da eventuali morosità – e aiuti ai secondi. S’è perso per strada anche il fantomatico “Fondo di garanzia e solidarietà” che avrebbe dovuto assistere le famiglie bisognose e le giovani coppie.
Tutti gli altri impegni sono rimasti lettera morta, compresi anche quelli più "naïf" come gli incontri settimanali coi cittadini algheresi presso la sede di via Columbano.
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
Le uniche azioni significative fatte per la città non sono state altro che tentativi affannati di proseguire i procedimenti amministrativi e le opere pubbliche avviati dalla precedente Amministrazione.
La circonvallazione e la riqualificazione del percorso che da Scalo Tarantiello conduce alla Piazza Sulis, che sono entrambi a rischio di definanziamento per i ritardi accumulati, la prosecuzione del terzo lotto della Passeggiata Barcellona e il progetto per contrastare l’erosione della falesia di Capo Caccia sono gli episodi più emblematici.
Tutto il resto sono ritardi, omissioni e azioni contraddistinte dalla scarsa competenza amministrativa e dalla memoria corta. Il Museo della Città, realizzato, finanziato ed allestito dalla precedente Amministrazione è chiuso. Pare per infiltrazioni la cui eliminazione la precedente Amministrazione aveva però finanziato.
Non si parla di PUC, Piano di utilizzo dei litorali e programmazione urbanistica. Anzi, si evita accuratamente di convocare la competente commissione.
Abbiamo perso un finanziamento regionale di 800.000 – il cosidetto POIC che, peraltro, era stato ideato dalla precedente Amministrazione in accordo con la RAS – per aver presentato la domanda fra gli ultimi. E, quindi, oltre al danno la beffa. Anche il finanziamento da 800.000 euro per il completamento delle area artigianale Ungias – Galantè è stato perso perché l’opera non è stata inserita nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Abbiamo perso oltre 1.325.000 euro alla fine dello scorso anno, che non potranno essere recuperati. E l’elenco potrebbe continuare per qualche pagina.
Al di là delle preconcette ed isteriche chiusure non c’è un idea chiara su cosa deve essere fatto a Maria Pia. Siamo in forte ritardo sul problema del Campo Rom (per il quale abbiamo perso un finanziamento di oltre 400.000 euro), non è stato ancora affrontato quello della eutrofizzazione che altera il cromatismo del litorale di Maria Pia. La situazione del decoro e dell’igiene urbana è disastrosa. Sul futuro delle partecipate v’è una coltre di nebbia. Meta, dopo la pantomima dei “casting” ha perso il proprio ruolo: non viene fatta la promozione del territorio e la programmazione degli eventi che negli anni passati hanno vivacizzato il panorama culturale e attirato flussi turistici. Il San Michel, il Cap d’Any e il Festivalalguer, simbolo di un Alghero che si stagliava con grande forza nello scenario turistico regionale e non solo, sono state abbandonate. È a rischio la stessa esistenza della Alghero in House e della Secal, e l’Amministrazione non ha ancora pensato a come affrontare i rigori della vigente normativa per entrambe e la cessazione del 2013 delle risorse regionali per la prima. Si profila, purtroppo, una stagione estiva triste e asfittica.
La struttura amministrativa, che è stata la colonna portante dei precedenti mandati, è fortemente demotivata perché percepisce e sente lo scarso peso specifico dell’Amministrazione. Insomma, una vera e propria “Caporetto”.
Nonostante tutto l’opposizione spera ancora che chi ha vinto le elezioni col motto “so cosa fare e come farlo” riesca finalmente a incardinarsi sui binari di una proficua amministrazione. Siamo convinti che chi ha vinto le elezioni abbia il dovere di amministrare.
Marco Tedde è capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale. È stato sindaco di Alghero.
La struttura amministrativa, che è stata la colonna portante dei precedenti mandati, è fortemente demotivata perché percepisce e sente lo scarso peso specifico dell’Amministrazione. Insomma, una vera e propria “Caporetto”.
Nonostante tutto l’opposizione spera ancora che chi ha vinto le elezioni col motto “so cosa fare e come farlo” riesca finalmente a incardinarsi sui binari di una proficua amministrazione. Siamo convinti che chi ha vinto le elezioni abbia il dovere di amministrare.
Marco Tedde è capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale. È stato sindaco di Alghero.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Elementi per avviare il cambiamento ci sono
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
A chiunque è facile comprendere che, dopo un anno di amministrazione, sarebbero insufficienti gli elementi di valutazione sull’operato di una Giunta: il programma elettorale ha una proiezione quantomeno quinquennale.
Ciò per premettere che quanto oggi possiamo esprimere è meramente indicativo. È possibile, comunque, trarre alcune riflessioni sugli aspetti che si intravvedono come caratterizzanti dell’attuale maggioranza rispetto a quella precedente di Centrodestra:
Tutti elementi essenziali per avviare il processo di mutamento auspicato nel programma di Centrosinistra.
La gestione unica dei due Parchi (terrestre e marino), la risoluzione dei contratti sulla finanza derivata, la riduzione dei fitti passivi e così via, sono alcuni esempi concreti del nuovo corso impostato.
Va però evidenziato che la coalizione – in una visione organica con la Giunta – dovrà darsi tempi più rapidi nell’affrontare e dirimere i problemi perché ogni ritardo, oltre che arrecare pregiudizio alle prospettive di crescita della città, offrirà ai detrattori ogni utile strumento di contestazione facilmente metabolizzabile dall’opinione pubblica, con conseguente rischio di inversione dei consensi ricevuti.
A conforto della attendibilità di quanto sopra evidenziato, voglio qui rappresentare una semplice comparazione dei dati sulla produttività dei Consigli Comunali nel loro primo anno di consiliatura.
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Tonino Baldino |
Ciò per premettere che quanto oggi possiamo esprimere è meramente indicativo. È possibile, comunque, trarre alcune riflessioni sugli aspetti che si intravvedono come caratterizzanti dell’attuale maggioranza rispetto a quella precedente di Centrodestra:
- un discreto rinnovamento generazionale;
- una presenza femminile attiva;
- la voglia di moralità ad iniziare dalle politiche della spesa;
- un diffuso spirito di dedizione sia tra i Consiglieri che tra gli Assessori;
- la voglia di riorganizzare la città partendo dai quartieri.
Tutti elementi essenziali per avviare il processo di mutamento auspicato nel programma di Centrosinistra.
La gestione unica dei due Parchi (terrestre e marino), la risoluzione dei contratti sulla finanza derivata, la riduzione dei fitti passivi e così via, sono alcuni esempi concreti del nuovo corso impostato.
Va però evidenziato che la coalizione – in una visione organica con la Giunta – dovrà darsi tempi più rapidi nell’affrontare e dirimere i problemi perché ogni ritardo, oltre che arrecare pregiudizio alle prospettive di crescita della città, offrirà ai detrattori ogni utile strumento di contestazione facilmente metabolizzabile dall’opinione pubblica, con conseguente rischio di inversione dei consensi ricevuti.
A conforto della attendibilità di quanto sopra evidenziato, voglio qui rappresentare una semplice comparazione dei dati sulla produttività dei Consigli Comunali nel loro primo anno di consiliatura.
Quello a guida Lubrano vede l’adozione di circa 67 delibere in 25 sedute di Consiglio (produttività di 2,68 delibere per seduta). Per la prima Amministrazione Tedde erano 78 le delibere in 36 sedute (2,16 delibere per seduta). Andando a ritroso, si potrà verificare che l’Amministrazione Baldino nel suo primo anno aveva assunto 100 delibere in 32 sedute (3,125 delibere per seduta) e quella a guida Sechi 81 delibere in 24 sedute (3,375 delibere per seduta).
Da qui le evidenti deduzioni: la coalizione a minore produttività risulta quella a guida Tedde con 2,16 delibere a seduta, mentre la più virtuosa sarebbe quella a guida Sechi con 3,375 delibere a seduta. Alla coalizione a guida Baldino, invece, spetterebbe il riconoscimento della maggiore mole di lavoro svolto in assoluto per delibere e sedute. Lubrano sarebbe comunque dentro lo standard.
Naturalmente, per una valutazione completa bisognerebbe entrare nel merito degli atti adottati, giusto per capirne qualità ed effetti virtuosi. Ad esempio, le delibere di adozione ed avvio del piano parcheggi (area ex-SAICA, ex-Giordo e quadrilatero edificio ex-ERSAT) per complessivi oltre 1.200 nuovi posti-auto nel centro urbano; oppure quelle per la Facoltà di Architettura o per il project financing, non potranno essere poste alla stregua della votazione di un Ordine del Giorno o di una variazione del bilancio, che è di carattere squisitamente tecnico. Sono molto importanti le politiche e gli atti di programmazione.
Sotto questo aspetto, sarà opportuno che si voglia e si sappia intelligentemente instaurare il giusto dialogo tra maggioranza ed opposizione (particolarmente per le materie di rilevanza strategica, prima fra tutte il PUC). Per rimanere nel solco del cambiamento di stile, la elaborazione del Piano Urbanistico dovrà essere in coerenza con le istanze che provengono dalle borgate e dai quartieri – specie quelli considerati marginali – perché soltanto così saranno attivate le necessarie dinamiche di aggregazione sociale e recuperati i più idonei livelli di vivibilità urbana.
Altrettanta vigilanza procedurale dovrà essere riservata per il nuovo servizio di Igiene Urbana: se impostato con rigore organizzativo, potranno ottenersi risparmi dal 10 al 20% rispetto agli attuali costi. Sarà necessario però che l’Amministrazione Comunale, una volta definito il progetto aziendale, voglia seguire la procedura di un appalto “leggero”, cioè provvedere direttamente al reperimento degli spazi operativi nonché all’acquisto (ad esempio in leasing) di macchine ed attrezzature da affidare in concessione – con le dovute garanzie – alla ditta che si aggiudicherà l’appalto. Al termine del periodo contrattuale le stesse ritorneranno nella disponibilità del Comune. È necessario, cioè, che in città si sviluppi una mentalità imprenditoriale anche nel settore dell’igiene ambientale e fare in modo che – riducendo gli sperperi gestionali, propri degli appalti-concorso – una buona parte del fatturato del servizio vada a beneficio delle imprese locali. Tutti accorgimenti preziosi che potranno aiutare a rinvigorire la nostra ormai asfittica economia.
Tonino Baldino è stato sindaco di Alghero. Attualmente presiede il Centro Studi & Politica Giuseppe Toniolo.
Da qui le evidenti deduzioni: la coalizione a minore produttività risulta quella a guida Tedde con 2,16 delibere a seduta, mentre la più virtuosa sarebbe quella a guida Sechi con 3,375 delibere a seduta. Alla coalizione a guida Baldino, invece, spetterebbe il riconoscimento della maggiore mole di lavoro svolto in assoluto per delibere e sedute. Lubrano sarebbe comunque dentro lo standard.
Naturalmente, per una valutazione completa bisognerebbe entrare nel merito degli atti adottati, giusto per capirne qualità ed effetti virtuosi. Ad esempio, le delibere di adozione ed avvio del piano parcheggi (area ex-SAICA, ex-Giordo e quadrilatero edificio ex-ERSAT) per complessivi oltre 1.200 nuovi posti-auto nel centro urbano; oppure quelle per la Facoltà di Architettura o per il project financing, non potranno essere poste alla stregua della votazione di un Ordine del Giorno o di una variazione del bilancio, che è di carattere squisitamente tecnico. Sono molto importanti le politiche e gli atti di programmazione.
Sotto questo aspetto, sarà opportuno che si voglia e si sappia intelligentemente instaurare il giusto dialogo tra maggioranza ed opposizione (particolarmente per le materie di rilevanza strategica, prima fra tutte il PUC). Per rimanere nel solco del cambiamento di stile, la elaborazione del Piano Urbanistico dovrà essere in coerenza con le istanze che provengono dalle borgate e dai quartieri – specie quelli considerati marginali – perché soltanto così saranno attivate le necessarie dinamiche di aggregazione sociale e recuperati i più idonei livelli di vivibilità urbana.
Altrettanta vigilanza procedurale dovrà essere riservata per il nuovo servizio di Igiene Urbana: se impostato con rigore organizzativo, potranno ottenersi risparmi dal 10 al 20% rispetto agli attuali costi. Sarà necessario però che l’Amministrazione Comunale, una volta definito il progetto aziendale, voglia seguire la procedura di un appalto “leggero”, cioè provvedere direttamente al reperimento degli spazi operativi nonché all’acquisto (ad esempio in leasing) di macchine ed attrezzature da affidare in concessione – con le dovute garanzie – alla ditta che si aggiudicherà l’appalto. Al termine del periodo contrattuale le stesse ritorneranno nella disponibilità del Comune. È necessario, cioè, che in città si sviluppi una mentalità imprenditoriale anche nel settore dell’igiene ambientale e fare in modo che – riducendo gli sperperi gestionali, propri degli appalti-concorso – una buona parte del fatturato del servizio vada a beneficio delle imprese locali. Tutti accorgimenti preziosi che potranno aiutare a rinvigorire la nostra ormai asfittica economia.
Tonino Baldino è stato sindaco di Alghero. Attualmente presiede il Centro Studi & Politica Giuseppe Toniolo.
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
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- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Mi aspettavo di più
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Lo dico subito a scanso di equivoci: da questo anno di amministrazione mi aspettavo molto di più soprattutto riguardo ad aspetti generali quali la comunicazione e la partecipazione, l'avvio della discussione pubblica sui grandi temi del futuro della città, primo tra tutti il PUC, ma non solo, penso all'agricoltura non adeguatamente considerata nel suo fondamentale ruolo all'interno dello sviluppo economico.
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Maria Graziella Serra |
Lo dico subito a scanso di equivoci: da questo anno di amministrazione mi aspettavo molto di più soprattutto riguardo ad aspetti generali quali la comunicazione e la partecipazione, l'avvio della discussione pubblica sui grandi temi del futuro della città, primo tra tutti il PUC, ma non solo, penso all'agricoltura non adeguatamente considerata nel suo fondamentale ruolo all'interno dello sviluppo economico.
Direi che strada facendo gli elementi di programma che ci hanno contraddistinto e consentito di vincere le elezioni si sono annacquati, dispersi tra mille problemi quotidiani e urgenze. Penso agli incontri nei quartieri, avviati giustamente dall'amministrazione subito nei mesi di ottobre e novembre, e poi invece abbandonati.
Certo, la sconclusionata situazione della macchina amministrativa, la riduzione legislativa del numero degli assessori ed il conseguente aumento delle deleghe in capo a ciascun assessore, le varie manovre finanziarie del 2012, i tanti problemi non risolti ereditati, non hanno aiutato l'amministrazione insediatasi a metà luglio dello scorso anno.
Credo anche che la coalizione, lontana dal governo della città da 14 anni, ci abbia messo un po' per trovare un passo comune, così come noi consiglieri, per lo più di prima nomina.
Errori ne sono stati fatti e credo che la prima cosa da fare sia riconoscerli e cambiare. Ad esempio nell'avere più cura dell'informazione. Gli esperti di comunicazione dovevano e potevano essere più in sintonia con il progetto del centrosinistra. È un fatto che i nostri concittadini lamentano una totale assenza di informazione.
Per il resto ritengo che sia utile un'analisi puntuale e precisa di come gli incarichi sono stati svolti e, senza preclusioni e veti su persone ed incarichi, si proceda alle opportune se necessarie sostituzioni, nell'interesse della città.
Da subito, però, occorre mettere mano al recupero efficiente dei residui attivi e far partire il nuovo bando per lo smaltimento dei rifiuti. Prima che il trasferimento del dirigente a Sassari ritardi gravemente l'espletamento della gara.
Certo, la sconclusionata situazione della macchina amministrativa, la riduzione legislativa del numero degli assessori ed il conseguente aumento delle deleghe in capo a ciascun assessore, le varie manovre finanziarie del 2012, i tanti problemi non risolti ereditati, non hanno aiutato l'amministrazione insediatasi a metà luglio dello scorso anno.
Credo anche che la coalizione, lontana dal governo della città da 14 anni, ci abbia messo un po' per trovare un passo comune, così come noi consiglieri, per lo più di prima nomina.
Errori ne sono stati fatti e credo che la prima cosa da fare sia riconoscerli e cambiare. Ad esempio nell'avere più cura dell'informazione. Gli esperti di comunicazione dovevano e potevano essere più in sintonia con il progetto del centrosinistra. È un fatto che i nostri concittadini lamentano una totale assenza di informazione.
Per il resto ritengo che sia utile un'analisi puntuale e precisa di come gli incarichi sono stati svolti e, senza preclusioni e veti su persone ed incarichi, si proceda alle opportune se necessarie sostituzioni, nell'interesse della città.
Da subito, però, occorre mettere mano al recupero efficiente dei residui attivi e far partire il nuovo bando per lo smaltimento dei rifiuti. Prima che il trasferimento del dirigente a Sassari ritardi gravemente l'espletamento della gara.
Maria Graziella Serra è capogruppo di
C'è un'Alghero Migliore in Consiglio Comunale
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- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Una pagella con voti misti
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Ritengo un po' inutile andare a fare oggi una valutazione dell'operato di Stefano Lubrano e della sua maggioranza in rapporto al programma elettorale e alle dichiarazioni programmatiche. Si tratta di obiettivi e percorsi che richiedono tempo, alcuni dei quali richiederanno l'intera legislatura per potersi compiere.
È però necessario sottoporre a verifica non tanto i risultati fin qui conseguiti quanto il modo in cui si è fin qui operato. È un'operazione necessaria non solo per rispetto del mandato avuto dagli elettori, a cui dobbiamo dire sempre con chiarezza dire “a che punto siamo”, ma anche per verificare l'efficacia della strada percorsa e, se possibile, apportare i necessari correttivi.
In questi giorni, con l'occasione del conto consuntivo, sono state fornite molte informazioni su quello che si è riusciti a fare fin qui a fronte della sofferenza delle casse comunali e della necessità di far comunque fronte agli impegni presi dalle precedenti amministrazioni.
Ovviamente, a seconda degli interessi di ciascuno, e non dobbiamo dimenticarci che è praticamente iniziata la campagna elettorale per le regionali, ognuno dà le proprie valutazioni con la visuale più coerente con i propri obiettivi. Normale attività da campagna elettorale strisciante quindi, tanto più accesa nei toni quanto il candidato di turno è in difficoltà e ha bisogno di qualcosa di eclatante per recuperare il terreno perduto. L'augurio, o meglio, l'esigenza è che le valutazioni e le giuste critiche all'operato di Stefano Lubrano, della sua giunta e della maggioranza che gli algheresi hanno scelto siano fatte nell'interesse della città e siano nettamente separati da interessi personalistici, di per sé legittimi, che hanno però altri obiettivi.
Per amore di sintesi mi limiterò perciò a una piccola pagella con qualche voto a quelle cose, fatti o modo di operare, che hanno caratterizzato fin qui l'operato di Stefano Lubrano.
Avrei a disposizione dei voti bassi e la tentazione sarebbe di utilizzarli per quei partiti che ancora vorrebbero che tutto si facesse sulla base del proprio peso elettorale e mettono generosamente (per loro) a disposizione le proprie professionalità migliori per accorciare lo spazio tra loro e la giunta e dare peso e esperienza.
Ma siccome dobbiamo parlare di Stefano Lubrano lascio da parte questo per quando si vorrà parlare del Consiglio Comunale e dell'operato dei consiglieri.
Inizio con un quattro: per la difficoltà di Stefano Lubrano ad aver fiducia in tutti quelli che gli possono dare una mano senza chiudersi con quel paio di persone che gli dicono sempre di sì. Faccio una proposta scherzosa: muriamo la porta che dà accesso diretto dall'esterno all'ufficio del Sindaco in moda da costringere Stefano a passare sempre e comunque in mezzo alla gente. Perderà qualche minuto, ma non darà l'impressione di sfuggire il contatto con chi magari non la pensa come lui.
C'è un sei, conquistato recentemente, per la volontà di incontrare, ogni volta che ce n'è la possibilità, tutte le forze che lo sostengono per discutere con loro tutte le attività che la giunta e il consiglio stanno portando avanti. È un fatto di trasparenza che segna una grande distanza dai tempi in cui le decisioni si prendevano in riunioni notturne nelle segreterie dei partiti lasciando a giunta e consiglio il compito di ratificare, salvo sgambetti e trabocchetti.
Un otto lo devo dare per alcuni risultati ottenuti, dove cito ad esempio il parco di Porto Conte e l'area marina protetta. Se si pensa all'estenuante braccio di ferro che 'è stato per le nomine degli amministratori c'è del miracoloso nella velocità con cui si è andati ad unificare la direzione delle due strutture, con tutto quello di positivo che si genererà dall'unificazione della gestione.
Infine c'è un dieci: per la caparbietà con cui Stefano difende le sue scelte e i sui assessori dalle richieste dei partiti. Sia ben chiaro, non c'è niente di scandaloso là dove i partiti propongono avvicendamenti e suggeriscono i loro uomini. Ma la legge dà al sindaco l'incombenza di scegliere la propria giunta e i cittadini preferiscono un po' d'inesperienza ai mestieranti della politica.
Ritengo un po' inutile andare a fare oggi una valutazione dell'operato di Stefano Lubrano e della sua maggioranza in rapporto al programma elettorale e alle dichiarazioni programmatiche. Si tratta di obiettivi e percorsi che richiedono tempo, alcuni dei quali richiederanno l'intera legislatura per potersi compiere.
È però necessario sottoporre a verifica non tanto i risultati fin qui conseguiti quanto il modo in cui si è fin qui operato. È un'operazione necessaria non solo per rispetto del mandato avuto dagli elettori, a cui dobbiamo dire sempre con chiarezza dire “a che punto siamo”, ma anche per verificare l'efficacia della strada percorsa e, se possibile, apportare i necessari correttivi.
In questi giorni, con l'occasione del conto consuntivo, sono state fornite molte informazioni su quello che si è riusciti a fare fin qui a fronte della sofferenza delle casse comunali e della necessità di far comunque fronte agli impegni presi dalle precedenti amministrazioni.
Ovviamente, a seconda degli interessi di ciascuno, e non dobbiamo dimenticarci che è praticamente iniziata la campagna elettorale per le regionali, ognuno dà le proprie valutazioni con la visuale più coerente con i propri obiettivi. Normale attività da campagna elettorale strisciante quindi, tanto più accesa nei toni quanto il candidato di turno è in difficoltà e ha bisogno di qualcosa di eclatante per recuperare il terreno perduto. L'augurio, o meglio, l'esigenza è che le valutazioni e le giuste critiche all'operato di Stefano Lubrano, della sua giunta e della maggioranza che gli algheresi hanno scelto siano fatte nell'interesse della città e siano nettamente separati da interessi personalistici, di per sé legittimi, che hanno però altri obiettivi.
Per amore di sintesi mi limiterò perciò a una piccola pagella con qualche voto a quelle cose, fatti o modo di operare, che hanno caratterizzato fin qui l'operato di Stefano Lubrano.
Avrei a disposizione dei voti bassi e la tentazione sarebbe di utilizzarli per quei partiti che ancora vorrebbero che tutto si facesse sulla base del proprio peso elettorale e mettono generosamente (per loro) a disposizione le proprie professionalità migliori per accorciare lo spazio tra loro e la giunta e dare peso e esperienza.
Ma siccome dobbiamo parlare di Stefano Lubrano lascio da parte questo per quando si vorrà parlare del Consiglio Comunale e dell'operato dei consiglieri.
Inizio con un quattro: per la difficoltà di Stefano Lubrano ad aver fiducia in tutti quelli che gli possono dare una mano senza chiudersi con quel paio di persone che gli dicono sempre di sì. Faccio una proposta scherzosa: muriamo la porta che dà accesso diretto dall'esterno all'ufficio del Sindaco in moda da costringere Stefano a passare sempre e comunque in mezzo alla gente. Perderà qualche minuto, ma non darà l'impressione di sfuggire il contatto con chi magari non la pensa come lui.
C'è un sei, conquistato recentemente, per la volontà di incontrare, ogni volta che ce n'è la possibilità, tutte le forze che lo sostengono per discutere con loro tutte le attività che la giunta e il consiglio stanno portando avanti. È un fatto di trasparenza che segna una grande distanza dai tempi in cui le decisioni si prendevano in riunioni notturne nelle segreterie dei partiti lasciando a giunta e consiglio il compito di ratificare, salvo sgambetti e trabocchetti.
Un otto lo devo dare per alcuni risultati ottenuti, dove cito ad esempio il parco di Porto Conte e l'area marina protetta. Se si pensa all'estenuante braccio di ferro che 'è stato per le nomine degli amministratori c'è del miracoloso nella velocità con cui si è andati ad unificare la direzione delle due strutture, con tutto quello di positivo che si genererà dall'unificazione della gestione.
Infine c'è un dieci: per la caparbietà con cui Stefano difende le sue scelte e i sui assessori dalle richieste dei partiti. Sia ben chiaro, non c'è niente di scandaloso là dove i partiti propongono avvicendamenti e suggeriscono i loro uomini. Ma la legge dà al sindaco l'incombenza di scegliere la propria giunta e i cittadini preferiscono un po' d'inesperienza ai mestieranti della politica.
Gianni Piredda è portavoce cittadino dell'Italia dei Valori
Leggi gli interventi:
- Tonino Baldino: "Elementi per avviare il cambiamento ci sono"
- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
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Mario Bruno |
Alla luce degli impegni assunti nel programma elettorale e nelle dichiarazioni programmatiche del Sindaco in Consiglio Comunale, che giudizio dà al primo anno dell'amministrazione Lubrano?
In questo primo anno, come ho avuto già modo di dichiarare pubblicamente, l'azione dell'amministrazione non è stata pienamente adeguata a fronteggiare la crisi in atto e a far percepire ai cittadini il cambiamento voluto e auspicato.
In questo primo anno, come ho avuto già modo di dichiarare pubblicamente, l'azione dell'amministrazione non è stata pienamente adeguata a fronteggiare la crisi in atto e a far percepire ai cittadini il cambiamento voluto e auspicato.
Certo, non è facile amministrare oggi in una situazione difficilissima sotto il profilo delle risorse economiche (tagli consistenti dei trasferimenti a livello statale e regionale, patto di stabilità, residui) e umane (dirigenza sottodimensionata e macchina burocratica da riorganizzare). Molte energie sono state spese per le emergenze e per riorganizzare la struttura comunale.
Si paga anche lo scotto dell’inesperienza e la distribuzione dei carichi di lavoro (per la prima volta) solo su sei assessori, tra l’altro tutti alla prima esperienza amministrativa. È’ però ora inevitabile una svolta.
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Direi di sì. Occorre ora, però, come dicevo, una svolta nell'attuazione del programma politico amministrativo, nei rapporti interni alla coalizione, nelle modalità di comunicazione, di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini e delle forze organizzate.
Sono stati fatti i passi necessari e sono state poste le basi per la realizzazione del programma elettorale?
Direi di sì. Occorre ora, però, come dicevo, una svolta nell'attuazione del programma politico amministrativo, nei rapporti interni alla coalizione, nelle modalità di comunicazione, di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini e delle forze organizzate.
Mi sono fatto carico, insieme al mio partito, di proporre un cronoprogramma di azioni, da attuare anche con un maggiore coinvolgimento dei consiglieri comunali; abbiamo insieme manifestato l'esigenza della rivisitazione della giunta con integrazione di persone di esperienza, in armonia tra profili tecnici e politici. Serve davvero coinvolgere le migliori risorse della città. Occorre essere davvero conseguenti, con un deciso cambio di passo.
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Tra gli impegni mantenuti, per esempio, quelli riguardanti la casa con la progettazione delle case in edilizia agevolata a Santa Maria La Palma, delle case popolari a Caragol e Carrabuffas, oltre all’avvio dei lavori di quelle a Sa Segada; l’accordo sofferto con Archittettura; la definizione degli atti per la circonvallazione (con il recupero delle risorse definanziate); l’ottenimento di un nuovo cantiere comunale per Fertilia e il ripristino dei fondi per il progetto di riuso turistico; la battaglia per la sanità, contro i tagli dell’atto aziendale; servizi sociali più attenti agli anziani, alle famiglie, alle persone con disabilità.
Molto resta da fare. Serve innanzitutto rimettere al centro il progetto d’insieme che costituisca l’anima dell’azione politico amministrativa. Senza bussola, si naviga a vista. Per essere pratici, occorre un immediato confronto sulle linee guida del PUC che preveda la riqualificazione dei quartieri, una pianificazione dei servizi e una espansione equilibrata delle residenze e delle strutture ricettive a rotazione d’uso; la predisposizione del bilancio previsionale che veda la partecipazione dei cittadini alle scelte fondamentali per la città; la pianificazione commerciale; la gestione unitaria del porto in un nuovo quadro di regole e di servizi; l’appalto per la nettezza urbana e un migliore decoro urbano.
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
La cosa che più mi sta a cuore è tenere fede al programma che abbiamo proposto in campagna elettorale. È un progetto concordato con i cittadini. A loro bisogna rendere conto, anche comunicando eventuali ostacoli che si frappongono al raggiungimento del programma. Bisogna sperimentare un vero e proprio metodo di partecipazione alle scelte.
È più faticoso lo so. Ma sappiamo anche che il nostro elettorato è esigentissimo e ci vota perché siamo diversi. Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare.
Mario Bruno è consigliere regionale del PD.
Quali impegni sono stati mantenuti e quali no?
Tra gli impegni mantenuti, per esempio, quelli riguardanti la casa con la progettazione delle case in edilizia agevolata a Santa Maria La Palma, delle case popolari a Caragol e Carrabuffas, oltre all’avvio dei lavori di quelle a Sa Segada; l’accordo sofferto con Archittettura; la definizione degli atti per la circonvallazione (con il recupero delle risorse definanziate); l’ottenimento di un nuovo cantiere comunale per Fertilia e il ripristino dei fondi per il progetto di riuso turistico; la battaglia per la sanità, contro i tagli dell’atto aziendale; servizi sociali più attenti agli anziani, alle famiglie, alle persone con disabilità.
Molto resta da fare. Serve innanzitutto rimettere al centro il progetto d’insieme che costituisca l’anima dell’azione politico amministrativa. Senza bussola, si naviga a vista. Per essere pratici, occorre un immediato confronto sulle linee guida del PUC che preveda la riqualificazione dei quartieri, una pianificazione dei servizi e una espansione equilibrata delle residenze e delle strutture ricettive a rotazione d’uso; la predisposizione del bilancio previsionale che veda la partecipazione dei cittadini alle scelte fondamentali per la città; la pianificazione commerciale; la gestione unitaria del porto in un nuovo quadro di regole e di servizi; l’appalto per la nettezza urbana e un migliore decoro urbano.
Se può, le chiediamo di supportare le sue argomentazioni nel merito e nel metodo di quelle che ritiene le più importanti decisioni, comportamenti, e azioni (o inazioni) dell'amministrazione.
La cosa che più mi sta a cuore è tenere fede al programma che abbiamo proposto in campagna elettorale. È un progetto concordato con i cittadini. A loro bisogna rendere conto, anche comunicando eventuali ostacoli che si frappongono al raggiungimento del programma. Bisogna sperimentare un vero e proprio metodo di partecipazione alle scelte.
È più faticoso lo so. Ma sappiamo anche che il nostro elettorato è esigentissimo e ci vota perché siamo diversi. Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare.
Mario Bruno è consigliere regionale del PD.
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- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
- Gianni Piredda: "Una pagella con voti misti"
- Maria Graziella Serra: "Mi aspettavo di più"
- Marco Tedde: "Assoluta delusione"
Subito un tavolo di lavoro comune
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Natacha Lampis |
Risponderò a queste domande con delle altre domande. Serve a Bologna l'università? O anche, serve a Urbino, a Trento, a Ferrara avere un'università nella propria città? Proviamo a immaginare insieme cosa sarebbero queste città senza le loro università.
Sarebbero certamente città più povere, in termini culturali. Vorrebbe dire per loro avere in sé e produrre meno di quella straordinaria ricchezza di beni immateriali che è la conoscenza. Pensiamo a quali energie sociali ed intellettuali l'università è in grado di far circolare, quanto è in grado di influire sui costumi, sui comportamenti, sui modi di pensare; quanto impulso al pensiero e alle idee è in grado di offrire, quanto può stimolare la discussione e il dibattito.
L'università si trova al punto d’incrocio della ricerca, dell’istruzione e dell’innovazione, e ha in mano, sotto diversi aspetti, la chiave dell’economia e della società della conoscenza che sono quelle che caratterizzano l'epoca in cui viviamo. Quindi queste città senza le loro università sarebbero anche città più fragili, perché dove c'è l'università si è più robusti, si è meno soli, perché essa porta con sé relazioni, collaborazioni, scambi e risorse umane che sono tutte quelle cose che servono oggi per cambiare le città e il mondo e renderli dei luoghi migliori dove vivere.
Sarebbero infine anche città con meno danaro, perché - è giusto ricordare anche questo aspetto più pratico - l'università genera dove opera e svolge le sue attività quote non irrilevanti di PIL.
E allora, sarebbero queste città disponibili ad accogliere la possibilità che le loro università chiudano i battenti e vadano altrove? La risposta è naturalmente no, perché nessuna di esse vorrebbe sicuramente rinunciare ai benefici e alle opportunità che la presenza dell''università può offrire loro.
Per ritornare alla domanda iniziale, le università nelle città svolgono funzioni e hanno compiti, producono beni e sviluppano economia, quindi servono. Queste funzioni possono essere svolte anche ad Alghero, quindi anche ad Alghero l'università serve.
Mi pare però che il vero problema non sia stabilire se essa sia utile o meno. La vera questione è capire come noi cittadini di Alghero ci pensiamo, come ci desideriamo, quale progetto di città e di comunità abbiamo. La Alghero che io sogno per noi è una città vivace, aperta, accogliente, una città che ha cose da dire, esperienze da esprimere, una città dove l'istruzione e la formazione hanno un posto di primo piano, dove si lavora sodo e insieme per creare occasioni di crescita per tutti, dove si persegue con ogni mezzo la promozione della persona e la coesione sociale e dove tutti concorrono, ognuno con il proprio ruolo, al benessere della città.
Ecco, io la mia città la penso così. E allora per me non esiste il problema del "ce la possiamo permettere" perché ho chiara la strada e i passi necessari per percorrerla e so che l'obiettivo finale vale molto di più dello sforzo che è necessario fare per raggiungerlo.
Se sì chi dovrebbe concorrere a raggiungere questo obiettivo e facendo che cosa?
Se gli obiettivi di crescita e sviluppo sono chiari; se capiamo che la presenza dell'università ad Alghero è strategica rispetto a questi obiettivi; se siamo d'accordo che l'università può essere un fondamentale motore di sviluppo culturale, sociale ed economico per Alghero; ecco, se tutto questo è patrimonio certo e comune, allora l'unica possibile risposta è che l'impegno deve essere di tutti, nessuno escluso.
Partendo ovviamente dalla politica e da chi amministra perché sono loro ad avere la più importante responsabilità, quella di decidere, partendo da quello che si è detto nel corso della campagna elettorale. Ora si tratta di essere consequenziali a quelle parole e di impegnarsi quindi a fondo per trovare le soluzioni di cui la città e il Dipartimento hanno bisogno.
Se per trovare queste soluzioni è necessario andare con il metro - Comune e Dipartimento insieme - a misurare centimetro per centimetro gli spazi, che lo si faccia. La mia opinione è che debba essere aperto immediatamente un tavolo di lavoro comune, sostenuto da un dialogo franco e aperto, orientato a sciogliere i nodi ancora presenti. Prima di tutto quello che riguarda gli spazi.
Occorre poi pensare a come trarre il massimo beneficio dalla presenza del Dipartimento nella nostra città. Credo che debba essere definito un accordo-quadro che consenta all'Amministrazione di avvalersi delle competenze e della rete di relazioni del Dipartimento di Architettura.
Come insegnante posso testimoniare che con la scuola questa collaborazione già esiste; le scuole di Alghero e di Sassari lavorano insieme ad Architettura, in modo proficuo e stimolante per entrambi, già da qualche anno, sul tema della progettazione partecipata con i bambini e i ragazzi, sul tema della riflessione sugli spazi urbani e su quello della sostenibilità e della mobilità dei bambini.
Si tratta allora di credere in una relazione più forte e produttiva tra il Comune e Architettura, e di costruirla. Mi viene in mente quanto potrebbero essere utili le competenze e le risorse del Dipartimento su progetti strategici come il PAES (Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile) che siamo impegnati a elaborare proprio in queste settimane, o per altre grandi decisioni che ci aspettano come il piano della mobilità cittadina e il PUC.
E per concludere sulle cose da fare: il riconoscimento di un'adeguata dotazione finanziaria da parte della Regione. Anche su questo fronte è necessario l'impegno di tutti.
La prossima seduta della Commissione consiliare Cultura, Istruzione e Politiche Sociali che io presiedo incontrerà il Dipartimento proprio per ragionare su questi punti.
Quali e quanti spazi dovrebbero essere destinati ad Architettura, e a che condizioni?
Rispondo anche qui partendo un po' da lontano, e anche stavolta facendo un esempio che riguarda la storia recente della nostra città: la Piazza dei Mercati.
Per realizzare la Piazza dei Mercati la nostra collettività ha sacrificato un bene collettivo, la palestra Giordo con lo spazio attrezzato intorno. Quello che abbiamo ottenuto in cambio non ha ripagato la grave perdita.
Rimane in molti di noi la ferita inferta dall'essere stati "rapinati" di qualcosa che era importante per tutti per realizzare appartamenti, qualche posto auto e una sala per il gioco d'azzardo. Ho fatto l'esempio della Piazza dei Mercati perché essa rappresenta la direzione opposta a quella a cui dobbiamo tendere d'ora in avanti.
I beni della città non possono svenduti, né ceduti per operazioni speculative a vantaggio di pochi ma di nessun vantaggio per la crescita complessiva della città. Al contrario essi possono essere "prestati" e messi a disposizione solo di progetti che siano in grado di darci tanto, anzi tantissimo.
Io credo che offrire al Dipartimento gli spazi di cui ha bisogno per svolgere al meglio la sua attività didattica e di ricerca possa darci tanto nei termini di cui ho già parlato prima, all'inizio del mio discorso.
Aggiungo ora un'altra cosa: dobbiamo riuscire a far arrivare in porto la realizzazione al Santa Chiara della biblioteca congiunta, comunale e universitaria insieme. Pensiamo a quale straordinaria occasione potrà essere avere una biblioteca aperta a tutti nel cuore pulsante della città; questa è un'opportunità che non possiamo assolutamente perdere.
Lo stesso principio di condivisione della biblioteca deve essere adottato per tutti gli spazi assegnati ad Architettura, spazi che devono rimanere a disposizione della città, senza vincoli particolari o oneri, con l'unico impegno da parte della nostra comunità di fare salve le attività didattiche. Insomma, io credo si tratti solo di ragionare insieme. Sono certa che con questo metodo le soluzioni che cerchiamo verranno fuori.
Natacha Lampis è consigliera comunale della lista civica C'è un'Alghero Migliore, presiede la Commissione consiliare Cultura, Istruzione e Politiche Sociali.
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NE DISCUTONO
![]() Massimo Canu, assessore all'Urbanistica, Lavori Pubblici e Politiche Abitative |
![]() Arnaldo 'Bibo' Cecchini, direttore del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero |
![]() Giuliana Frau, dottoranda presso il Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica di Alghero |
![]() Natacha Lampis, presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Politiche Sociali |
![]() Attilio Mastino, Rettore dell'Università degli Studi di Sassati | ![]() Antonello Muroni, presidente della Società per i Servizi Universitari e la Formazione |
![]() Marco Tedde, capogruppo del Pdl | ![]() Matteo Tedde, capogruppo del Pd |
Quattro attori per AAA
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Arnaldo 'Bibo' Cecchini |
Posso rispondere senza e con il cappello. Senza cappello, da cittadino algherese, penso che serva e che il bilancio tra costi e benefici sia grandemente a favore dei benefici. Quindi la vera domanda dovrebbe essere: “possiamo permetterci di farne a meno?”
Con il cappello, da Direttore pro-tempore della Scuola di Architettura - Architettura ad Alghero (un incarico elettivo), dico che anche ad AAA serve essere ad Alghero e da questa collocazione può continuare a trovare grande beneficio.
Per un accordo con il Comune e collaborazione della Regione
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Attilio Mastino |
Il radicamento ad Alghero, all’interno del borgo medioevale e della città murata, è destinato ad esaltare la proiezione internazionale del nostro Ateneo, l’orizzonte mediterraneo, i rapporti con il mondo catalano testimoniati dalla presenza alla cerimonia inaugurale del Presidente della Xarxa Vives d’Universitats e dall’intervento di Marc Mayer recentemente nominato consigliere di amministrazione del nostro Ateneo
Purtroppo in questi anni abbiamo vissuto disagi e gravi umiliazioni per l’insufficienza degli spazi e per la sostanziale inattività della Società consortile attraverso la quale il Comune di Alghero si era impegnato a garantire la manutenzione delle strutture e degli spazi. I disagi per i nostri studenti e per i nostri docenti sono stati ripetuti e numerosi.
Ora il Comune di Alghero sta compiendo un passo importante destinando al Dipartimento di Architettura gli spazi del complesso di S. Chiara, e per questo merita il nostro sincero ringraziamento. Occorre essere consapevoli che questa dotazione sarà appena sufficiente a risolvere l'emergenza spazi vissuta dal Dipartimento, che al momento è molto grave, anche se siamo stati aiutati dalla Provincia di Sassari e dall’Istituto d’arte.
Sostenere la Scuola di Architettura ad Alghero, che quest’anno ha celebrato il suo decennale, significa mantenere una prospettiva professionale di alto livello, come testimonia la classifica CENSIS – Repubblica che ha collocato la Facoltà di Architettura al vertice della graduatoria di tutte le Facoltà italiane. Una soddisfazione grande per tutti noi.
Penso che l’obiettivo di costituire un centro di eccellenza internazionale ad Alghero debba essere perseguito innanzi tutto dall’Università, con la collaborazione del Comune e della Regione Sardegna, che deve trovare le forme per riprendere a sostenere finanziariamente il Dipartimento di Architettura.
Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione hanno finora escluso qualunque ipotesi di trasferimento a Sassari o di bilocazione (tra Alghero e Sassari) del Dipartimento, impegnandosi a reperire le risorse economiche e umane per mettere al riparo la sede di Alghero dal pericolo di soppressione, legata alla riduzione del numero dei docenti (molto vicino alla soglia di 35) e dal processo di accreditamento delle sedi e dei corsi di laurea affidato all’ANVUR, con il quale presto dovremo fare i conti. Siamo al fianco dei nostri colleghi per garantire risposte efficaci, investimenti e sviluppo.
Ovviamente sono personalmente interessato a discutere pubblicamente, anche in una seduta del Consiglio Comunale, le condizioni attraverso le quali si potrà stabilizzare la presenza universitaria in Alghero, che richiede l’impegno dell’ERSU per le residenze studentesche, dell’Università e del Comune: quel che è certo è che l’attuale accordo, completamente disatteso, deve essere rivisitato alla luce delle nuove condizioni e dei nuovi spazi assegnati al Dipartimento. Vorremmo chiudere un accordo anche per la gestione integrata della biblioteca del Dipartimento e della Biblioteca comunale nei locali della chiesa di Santa Chiara, mentre siamo grati al Vescovo ed alla Curia per l’aiuto finora assicurato.
Soprattutto vorremmo che l’Università in Città o la Città universitaria possa fondarsi su una continuità urbanistica tra Ateneo e Città, su una reciproca accettazione di valori e di prospettive, su un impegno comune per migliorare la qualità della vita non solo degli studenti e dei professori ma anche dei cittadini. Le scelte, anche le più minute, fatte dall’Università in relazione agli orari, agli spazi, alla mobilità, ai servizi, ricadono immediatamente sulla città. Sotto questo profilo, ripensare ai tempi del lavoro e dello studio dentro l’università può costituire un input per il rilancio stesso della vita urbana.
L’Università non è una monade autoreferenziale, bensì è il valore aggiunto di un territorio che ha assoluta necessità di svilupparsi, un interlocutore fondamentale per le istituzioni che vogliano avviare nuovi percorsi di crescita, per l’economia e la piena occupazione in nuove filiere, sulla base di nuovi modelli di sviluppo. Le stesse ricerche che si svolgono entro l’Università debbono assumere una visibilità maggiore e rendere fertile il territorio che ci accoglie, con l’incremento dei brevetti e lo sviluppo delle attività di Porto Conte Ricerche nei locali di proprietà dell’Ateneo.
Infine, i corsi di lingua promossi a Palazzo Serra e l’attività del Dipartimento di Scienze Umanistiche e del Centro Linguistico di Ateneo nel centro storico possono contribuire ad arricchire la vita cittadina, aumentando il numero degli studenti stranieri.
Anche la città di Alghero deve crescere più velocemente e sentire la responsabilità di ospitare un prestigioso Dipartimento universitario, estendendo le sue offerte culturali, ampliando e qualificando la rete dei musei, con concerti, spettacoli, offerte culturali e con una elevazione della qualità della vita e degli incontri sociali, trasformandosi in un sistema urbano eco-sostenibile, anche attraverso l’apertura dell’Auditorium comunale.
Attilio Mastino è Rettore dell'Università degli Studi di Sassari.
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Il Comune, come un padre, deve pensare a tutti i suoi figli
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Matteo Tedde |
2. Per il raggiungimento di tale obbiettivo si dovrebbe concretizzare un lavoro di squadra tra Amministrazione Comunale, Ateneo sassarese, Regione e i rappresentanti del Dipartimento di Architettura. Ognuno dovrebbe chiarire cosa mette a disposizione. È impensabile che tutto possa dipendere dal Comune. Alghero ci ha sempre creduto, altri un po’ meno.
3. L’Amministrazione Comunale è come un padre che deve pensare a tutti i suoi figli. Le risorse di questo genitore devono essere equamente distribuite; non possono esserci differenze. Gli spazi da mettere a disposizione devono essere seriamente concordati, chiedendo ciò che realmente può essere considerato indispensabile. Una porzione della struttura di cui si discute dovrebbe rimanere nella disponibilità dell’intera collettività.
Sono convinto che i problemi oggi evidenziati non siano nati ieri. Quindi mi sorprende molto il fatto che improvvisamente siano messi sul tavolo tutti insieme, oggi. Si potrebbe pensar male.
Matteo Tedde e capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale di Alghero.
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Non è una "mission impossible", se gioca tutta la squadra
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Marco Tedde |
Credo che la Regione, a partire dal 2005 e fino ai giorni nostri, abbia sottovalutato l’importanza del Dipartimento (allora Facoltà). In quell’anno destò sconcerto la scelta della Giunta Soru di ridurre le risorse alla Facoltà di Architettura del 35%. L’anno successivo furono ridotte addirittura del 44%. In quegli anni fu perpetrata una drastica quanto ingiustificata riduzione dei finanziamenti che passarono dai 2 milioni e 130 mila euro del 2003 ai 750 mila euro del 2006. Fino ad arrivare al 2008, quando Sassari ed Alghero vennero fittiziamente associate fino a costituire un'unica città e ad Architettura venne impedito di fruire dei finanziamenti per l'Università diffusa. Alghero venne considerata rispetto a Sassari come Rho nei confronti di Milano, con sistemi di servizi e trasporti funzionanti come se si trattasse di un unico agglomerato urbano.
Sappiamo che così non è: Alghero non è un quartiere di Sassari e un Dipartimento con sede nella nostra città deve essere considerato una sede decentrata con finanziamenti dedicati così come accade a Olbia, Oristano, Nuoro e Iglesias che hanno ricevuto 6 milioni di euro. E non può sottacersi che ad oggi neanche la Giunta Regionale in carica ha ascoltato le nostre accorate e reiterate richieste di maggiore attenzione.
2. Credo che la Regione debba riconsiderare con attenzione e ragionevolezza la situazione, fornendo al Dipartimento quei mezzi finanziari che in questi anni sono venuti a mancare.
2. Credo che la Regione debba riconsiderare con attenzione e ragionevolezza la situazione, fornendo al Dipartimento quei mezzi finanziari che in questi anni sono venuti a mancare.
In quest’ottica è indispensabile che tutte le forze politiche, ed i nostri Consiglieri Regionali "in primis", senza distinzione di casacca, lavorino con maggiore determinazione per arrivare all’obbiettivo di ottenere risorse sufficienti.
L'Università deve garantire in termini di risorse finanziarie ed umane tutto ciò che occorre per la didattica, il funzionamento, la gestione, i servizi e la manutenzione ordinaria.
Dal suo canto il Comune di Alghero deve continuare, nei limiti del possibile, a consentire l’utilizzo degli immobili necessari, garantendone la manutenzione straordinaria. Credo che l’Amministrazione di Alghero in questi anni abbia fatto la sua parte, facendo sacrifici e affrontando difficoltà economiche e, soprattutto, politiche.
3. Non so di quanti spazi necessiti Architettura. Ce lo potranno dire i tecnici. Ma so che affidare l’uso del Pou Salit, dell’Ex Asilo Sella, dell’Ex Caserma dei Carabinieri, dell’Ex Ospedale e dei locali dell’ex Asilo Diocesano dati in comodato con l’accordo della Diocesi costituiscono prova dell’impegno dell’Amministrazione. E per acquistare, ristrutturare e riqualificare questi immobili la collettività algherese ha investito risorse considerevoli.
Sono investimenti produttivi non soltanto per la crescita culturale della nostra comunità, ma anche per quelle sociale ed economica. Una parte della sinistra più illuminata, peraltro, proponeva di utilizzare lo stabile dell’Ex Ospedale per un hotel a 5 stelle lusso. Un’idea suggestiva che non abbiamo sviluppato perché il centrodestra algherese era ed è convinto del ruolo strategico di Architettura ad Alghero.
Oggi si discute animatamente della necessità di spazi per un aula magna che, invece, sono destinati all'Archivio Storico cittadino. Non mi pare che in sede di ideazione progettuale si ipotizzasse un’aula magna: ricordo ragionamenti su “sale professori”.
Ma credo che l’Archivio Storico, anch’esso patrimonio degli Algheresi, abbia quantomeno la medesima dignità dell’aula magna. Non è una semplice raccolta di documenti ad uso degli specialisti, ma viene visitato da studenti, ricercatori e turisti. L’Archivio Storico del nostro Comune conserva la storia e le radici di Alghero e degli Algheresi: custodisce documenti datati dal 1260 agli ultimi 40 anni; la sezione antica, costituita dai codici, dalle pergamene e dalle carte relative al periodo che va dalla dominazione catalana a quella sabauda (1260-1739), ha ottenuto nel 1990 la dichiarazione di particolare importanza da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Vanta una sezione preunitaria e una postunitaria che contengono la rappresentazione storica pratica delle attività svolte dall’amministrazione cittadina nel corso dei secoli, e che si segnala per l’uso della lingua catalana fino ai primi anni del XIX secolo. Comprende, infine, una serie di testimonianze grafiche che vanno dal 1700 al 1957. Insomma, non è un insieme di scaffali e teche che contengono documenti polverosi per topi d’archivio - come qualche stolto vorrebbe derubricarlo - ma è la cassaforte del nostro patrimonio “genetico”, storico e culturale.
Detto questo, penso che sia necessario fare un’attenta ricognizione degli immobili comunali, anche di quelli in fase di riqualificazione, per comprendere se l’Archivio Storico possa trovare collocazione in altro edificio, in che tempi e con quali risorse.
E sul tema risorse la Regione e l’Università credo possano giocare un ruolo fondamentale. Non mi pare una mission impossible, sempre che la partita la giochi tutta la squadra e non solo una parte di essa.
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