Alghero non diventi la terra di conquista
A proposito dell'operazione Qatar e dintorni.
Umberto Borlotti |
Leggo con attenzione le ipotesi che si stanno affacciando sul rilancio turistico della Costa Smeralda e si dice dell’intera Sardegna.
A mio modesto avviso l’ipotesi ventilata può avere una sua validità in presenza di alcune precondizioni: (1) il Territorio sia provvisto di una sua progettualità limitata nelle risorse finanziarie; (2) la partita venga condivisa da operatori economici con vincoli di sangue locali, (3) il progetto definisca chiaramente la crescita di tutte le 52 economie delle piccole medie imprese legate al turismo; (4) siano ben definiti fin dall’inizio la temporalità e le alternative in caso di insuccesso; (5) la compagine azionaria locale sia maggioritaria perché mette a disposizione il Territorio che vale molto di più dei petrodollari.
Queste precondizioni eviteranno le azioni speculative, come avvenuto spesso in diversi comparti industriali di produzione o di trasformazione che, pur avendo portato benessere momentaneo, si sono poi rivelate delle trappole dove gli unici ingabbiati sono stati i sardi.
Non ho ovviamente contezza dei dettagli dell’operazione Qatar ma leggendo alcune richieste volte ad includere Alghero in questo progetto sono solleticato ad intervenire.
Credo che il nostro Territorio, prima ancora di chiedere di agganciarsi come carrozza ad una locomotiva ancora sconosciuta, debba partorire il suo progetto di sviluppo, in decennale gestazione, che le permetta di poter essere considerata comunque una solida locomotiva autonoma.
Nel progetto potrebbero essere inclusi momenti di raccordo con altre progettualità più ampie ma solo per il suo potenziamento e non stravolgimento.
È facile trasformare un deserto , un non luogo, in un meraviglioso parco giochi o pista di F1 – occorrono solo soldi e non ambiente cultura e tradizioni che sono le vere fonti dell’origine di emozioni.
È difficile e più lungo imporre, in una fase di globalizzazione, l’attenzione turistica su qualcosa, un luogo, permeato di tradizioni, storia, natura, gastronomia e religiosità .
Ma queste sono le nostre risorse e anche la scommessa sul futuro delle nostre generazioni dove tutte le forze devono velocemente mettersi in gioco con determinazione, senza preconcetti al dialogo con investitori esterni su qualcosa di credibile, duraturo e sostenibile.
E se con il Qatar, l’India, la Cina etc. non dovesse andare bene noi comunque dobbiamo andare avanti per una strada tracciata.
L’unico vero salvatore c’è stato solo 2000 anni fa.
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