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lunedì 28 ottobre 2013

Halloween e il culto del commercio

di Enrico Muttoni
Dato che ogni moda è destinata a svanire, mi chiedo quanto durerà questa.                   
Enrico Muttoni
Lo dico subito: Halloween non mi piace. Anzi, mi dà fastidio.

Perché è una ricorrenza totalmente estranea alla nostra cultura, importata con

la forza, e commercializzata al massimo.

Tempo fa c'erano due giornate, Ognissanti e il 2 novembre, che connotavano il pieno dell'autunno, e che in diverso modo facevano riflettere.Ognissanti era ( ed è, per fortuna) il riconoscimento e il ricordo di tutti coloro che hanno, in vita, esercitato almeno una virtù in modo eroico, senza assurgere agli onori della cronaca. 

Mia mamma, come penso tante altre, ha avuto tutte le qualità per essere annoverata nel numero. Ma qui si tratta di Fede. 

Il 2 novembre, al contrario, ricorda tutti i defunti, e quindi la Fede non c'entra. Anche se è stata la Chiesa a istituire la ricorrenza, e a dedicare ai defunti la più bella preghiera che ci sia: Il Requiem (in latino, perché in italiano perde tutta la sua musicalità).

A noi tocca invece vivere in questo periodo caciarone, durante il quale si applaude ai funerali. Dobbiamo capire che si tratta di una forma di esorcismo, non di affetto; si applaude perché, più o meno inconsciamente, siamo contenti di non essere il passeggero del carro funebre. I festeggiamenti per Halloween seguono questa logica: avendo la nostra società allontanato o rimosso il problema della morte (del morire, diceva Montanelli) lo esorcizza trasformandolo in un baccanale, dotato di tutti gli sballi possibili che la cultura americana del genere possa portare sul mercato.

Appartengo ad una generazione che ha dovuto, per fortuna, subire "I sepolcri" del Foscolo: una lettura che dev'essere ormai impraticabile agli adolescenti attuali. E, poco più tardi, mi trovai a leggere " Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati. Una lettura che presuppone che il lettore sia dotato di fondamentali psicologici

ben strutturati. La morte, quindi, in prospettiva storica foscoliana, e nel suo lento compimento quotidiano con Buzzati.

Il fastidio che provo, in questi giorni, guardando le vetrine e i banchi dei supermercati, mi pare, a questo

punto,ben motivato. Dato che ogni moda è destinata a svanire, mi chiedo quanto durerà questa. Comunque troppo, visto il livello culturale al quale ci stanno portando proprio coloro i quali dovrebbero curare la cultura, il rispetto, e il progresso sociale.

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